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15.04.2022 - lavori pubblici

CORRETTO RECEPIMENTO DELL’ITALIA DELLE DIRETTIVE IN MATERIA DI APPALTI PUBBLICI – LA COMMISSIONE UE INVIA UNA SECONDA LETTERA PER ESORTARE L’ITALIA A CONFORMARSI ALLE DIRETTIVE

 

Ance Brescia comunica che La Commissione Europea ha deciso di continuare a perseguire le procedure di infrazione in corso nei confronti dell’Italia (INFR(2018)2273) per garantire il corretto recepimento delle direttive in materia di appalti pubblici e concessioni direttive 2014/24/UE, 2014/25/UE e 2014/23/UE).

Conformemente alla normativa UE in materia di appalti pubblici, gli appalti pubblici al di sopra di una determinata soglia devono essere oggetto di un bando di gara nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione.

Nel garantire che gli Stati membri recepiscano correttamente tali direttive nelle rispettive legislazioni nazionali, la Commissione agisce per tutelare la concorrenza leale e promuovere un migliore uso del denaro dei contribuenti.

Per quanto riguarda l’Italia, la Commissione invita le autorità italiane ad affrontare alcune questioni rimanenti e aggiuntive concernenti il recepimento delle norme dell’UE in materia di appalti pubblici.

Secondo la Commissione, alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d’appalto, non sono conformi alla legislazione dell’UE in materia di appalti pubblici.

Sebbene la Commissione prenda atto dei notevoli progressi compiuti dall’Italia nel conformare la propria legislazione al quadro dell’UE in materia di appalti pubblici, la Commissione invita l’Italia ad affrontare le questioni ancora in sospeso già sollevate nelle precedenti lettere di costituzione in mora, come il divieto per i subappaltatori di ricorrere ad altri subappaltatori.

La Commissione ha inviato pertanto una seconda lettera complementare di costituzione in mora.

L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di emettere pareri motivati.

Per il presidente di Anac, Giuseppe Busia, i rilievi della Commissione sugli appalti ricalcano quanto Anac inascoltata dice da temp.

“Purtroppo non ci è stato dato ascolto e oggi la Commissione europea formula significativi rilievi su quanto ANAC aveva segnalato da tempo”.“I rilievi mossi oggi dalla Commissione europea sulle procedure negoziate senza gara d’appalto ricalcano quanto già l’ANAC aveva evidenziato anche in sede di audizione parlamentare. Sul nostro Paese pende adesso una procedura di infrazione, tanto più significativa in un momento in cui l’Europa ci guarda con particolare attenzione in considerazioni degli impegni che abbiamo preso nel richiedere i fondi Next Generation EU”, aggiunge Busia.

“Occorre porre rimedio a tale situazione, garantendo maggiore trasparenza sui bandi e gli avvisi pubblici, riducendo gli spazi per le assegnazioni dirette di contratti anche molto significativi, che danneggiano le imprese migliori a vantaggio di quelle più conosciute o vicine alle stazioni appaltanti, col risultato di accrescere i costi e ridurre i servizi a vantaggio dei cittadini. La trasparenza non rallenta gli appalti, ma evita che si creino aree di opacità che penalizzano le imprese sane e riducono la concorrenza”, conclude.

 

Non sarà, comunque, la legge delega di riforma del codice degli appalti la sede dove intervenire per recepire, se sarà necessario, i rilievi della commissione Ue contenuti nella seconda lettera di messa in mora. È questa la posizione che matura a Palazzo Chigi che considera prioritaria l’approvazione della legge attualmente all’esame della Camera, in seconda lettura, nel termine del 30 giugno previsto dal Pnrr. La delegazione della commissione Ue giunta a Roma la scorsa settimana per valutare lo stato di attuazione del Pnrr aveva infatti molto apprezzato il lavoro svolto sulla riforma degli appalti. Sulla procedura di infrazione 2018/2273 sarà anzitutto necessario capire quali siano i rilievi: la lettera di Bruxelles non è stata ancora resa pubblica e mercoledì la commissione si è limitata a un comunicato piuttosto stringato.

Tre le considerazioni fatte nella nota di Bruxelles: l’Italia ha fatto notevoli progressi nell’allineare la propria legislazione alle direttive europee del 2014; sul subappalto, che era il cuore della prima lettera di messa in moro del 24 gennaio 2019, sembrerebbe restare, dopo la riforma varata dal governo con il decreto legge 77/2021, la sola obiezione relativa al divieto di «subappalto dei subappaltatori»; intervengono nuovi profili critici nella legislazione varata con i decreti legge semplificazioni 76/2020 e 77/2021, soprattutto in merito alle «procedure negoziate senza gara d’appalto». La risposta italiana dovrà arrivare entro sessanta giorni.

Non si può non notare, però, un elemento paradossale nel fatto che Bruxelles sembrerebbe contestare le norme di semplificazione adottate per accelerare gli appalti del Pnrr. Su questo punto la stessa commissione dovrebbe essere sensibile. Se il governo sarà costretto a intervenire, non lo farà con la riforma del codice appalti relativa alla disciplina a regime degli appalti, ma eventualmente correggendo il regime straordinario degli affidamenti collegato proprio all’attuazione del Pnrr.

 

Gli uffici di Ance Brescia sono a disposizione per i necessari chiarimenti.


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