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04.03.2022 - lavori pubblici

LEGGE DELEGA DI RISCRITTURA DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI – IL DDL SLITTA ANCORA AL SENATO, LITE TRA GOVERNO E MAGGIORANZA SUI CONTENUTI DI ALCUNI EMENDAMENTI IMPORTANTI PER IL SETTORE

 

Si informa che prosegue l’iter del Disegno di Legge delega per la riscrittura del Codice dei contratti pubblici e non mancano le tensioni tra Governo e maggioranza su alcuni emendamenti in corso di valutazione, che hanno portato a far slittare la riforma degli appalti al Senato. Il governo intende blindare il più possibile il testo della delega e la maggioranza che si vede annacquate a più riprese le proposte di modifica, risponde allungando i tempi della discussione. Gli originari emendamenti presentati dalle forze politiche, spesso con unanimità o larga convergenza, sono stati prima costretti al ritiro su pressione del governo o ridimensionati dal parere del Mims, poi in molti casi bloccati o ulteriormente ridimensionati dai pareri della commissione Bilancio sull’articolo 81 (mancanza di copertura) concordati con Mef e Ragioneria generale. In altri casi il governo ha invitato ancora al ritiro, chiudendo di fatto quasi tutti gli spazi di mediazione. Restano sul tavolo ancora sei proposte su cui il braccio di ferro continua.

E’ emersa una differenza di linea all’interno del governo: da una parte il ministero delle Infrastrutture, più dialogante e convinto di riuscire a portare a casa un buon testo in accordo con la maggioranza; dall’altra l’asse Palazzo Chigi-Mef sempre più insofferente e intransigente nei lavori parlamentari, che vorrebbe procedere spedito con blindature e colpi di acceleratore.

Nei giorni scorsi si sarebbe dovuto cominciare a votare, dopo altre riunioni di maggioranza, ma ancora una volta tutto è stato rinviato. Questo tempo servirà a capire la posizione del governo sulle proposte avanzate dai vari gruppi parlamentari.

Gli emendamenti di cui si discute sono i seguenti

L’1.49, voluto dalla Lega punta a creare maggiori spazi per le imprese piccole e micro, anche con corsie preferenziali territoriali: il governo tira in ballo principi Ue ma pare difficile che passi.

L’emendamento 1.72, su cui convergono tutte le forze politiche, punta a vietare il sorteggio per selezionare le imprese da invitare alle procedure negoziate. Il governo ha già respinto varie volte la proposta, ma potrebbe passare.

L’1.94 è l’emendamento Margiotta (Pd) che prevede l’obbligo per le stazioni appaltanti di introdurre meccanismi di revisione prezzi: larga convergenza, molto difficile per il governo resistere dopo aver ottenuto il via libera dalla commissione Bilancio.

L’1.228, altro emendamento leghista, ma su cui convergono le altre forze politiche, farebbe sparire il massimo ribasso quale criterio di aggiudicazione degli appalti pubblici.

Infine, l’emendamento 1.365 di M5s su cui converge la Lega: è il più insidioso sul piano politico, cancella la previsione che sia il Consiglio di Stato a scrivere il Codice Appalti e costringerebbe il premier Draghi a fare marcia indietro dopo l’annuncio fatto una settimana fa che a scrivere il codice sarà proprio il Consiglio di Stato. Sarebbe un attacco al premier che non resterebbe senza conseguenze e proprio per questo è difficile che passi.

Gli uffici di Ance Brescia, nel rimanere a disposizione per eventuali chiarimenti, informano che provvederanno a monitorare l’iter del disegno di legge e a fornire tempestivamente i necessari aggiornamenti.


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