ANAC IN TEMA DI CARO MATERIALI NEGLI APPALTI PUBBLICI – URGENTE INTERVENIRE SUI PREZZI DELLE GARE IN CORSO PER METTERE AL RIPARO QUELLE FUTURE
Anac è intervenuta nei giorni scorsi in tema di caro materiali nei contratti pubblici richiamando la sospensiva concessa dal TAR Lazio a seguito del ricorso per mancato adeguamento dei prezzi ai rincari delle materie prime presentato da Ance insieme ad altre sei imprese – relativamente alla procedura di gara per l’affidamento dei lavori relativi al “Primo stralcio del primo lotto funzionale del Nuovo Porto Commerciale di Fiumicino – darsena pescherecci e viabilità di accesso al cantiere – prima Fase” – indetta il 23 marzo u.s. dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale.
Il Presidente Anac, Giuseppe Busia, ha fatto sapere che “L’ordinanza di sospensiva del Tar del Lazio della gara per il primo lotto del nuovo porto commerciale di Fiumicino conferma quanto Anac va dicendo da tempo: il prezzo a base di gara non può prescindere da una verifica puntuale della congruità rispetto a costi e prestazioni.
La guerra in Ucraina e l’aggravarsi della situazione internazionale rendono ancora più drammatico l’aumento dei prezzi delle materie prime, già impennatosi precedentemente. Serve un urgente intervento normativo per la revisione dei prezzi negli appalti così da far fronte agli esorbitanti incrementi delle materie prime. Una sorta di compensazione non soltanto per i lavori pubblici, ma anche per servizi e forniture”.
“Al riguardo – ricorda – l’Autorità ha inviato nei mesi scorsi una richiesta formale ai ministri delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico, e al Presidente della Quinta Commissione del Senato. I meccanismi di adeguamento devono funzionare sia al rialzo quando i prezzi crescono, sia al ribasso, quando si riducono. Non possiamo pensare alla sospensione di tutte le gare in corso. Vanno stabiliti con urgenza meccanismi che consentano di riguadagnare un equilibrio contrattuale, tenendo conto dei costi reali. Se non lo si fa: o alle gare non partecipa nessuno, oppure solo chi poi chiederà varianti con aumento dei prezzi. O accadrà quanto abbiamo visto in questo caso del Porto di Fiumicino, con l’intervento del Tar che accoglie il ricorso e sospende la gara”.
“In questo momento – avverte Busia – non dobbiamo illuderci sperando in un risparmio immediato, ma riconoscere che bisogna avere clausole di adeguamento dei prezzi che tengano conto dei costi reali, indicizzando i valori inseriti nel bando di gara. Altrimenti si vanificherà lo sforzo del Pnrr, perché le gare di appalto andranno deserte, o favoriranno i “furbetti” che punteranno subito dopo l’aggiudicazione a varianti per l’aumento dei prezzi.
Molto meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri di indicizzazione, così da favorire un’autentica libera concorrenza e apertura al mercato plurale, e serietà in chi si aggiudica l’appalto”.
“Non basta, poi – sottolinea – pensare alle gare future. Serve intervenire anche per le gare già in corso. L’incremento dei prezzi delle materie prime ha un impatto sui contratti in corso e quelli in fase di aggiudicazione. Per i contratti in corso, le condizioni di esecuzione possono divenire proibitive per gli operatori economici se non esistono meccanismi di adeguamento dei prezzi chiari, che possono essere azionati con tempestività”.
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