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07.12.2022 - lavori pubblici

ANCE PUBBLICA UNA MAPPA SULLE SCADENZE CHE NEL 2023 RISCHIANO DI DIVENTARE TRAPPOLE PER LE OPERE INFRASTRUTTURALI DEL PNRR A RISCHIO DI RITARDI

Ance Brescia informa che Ance ha reso noto, tramite una mappa, le scadenze che nel 2023 rischiano di diventare vere e proprie trappole per le opere infrastrutturali del Pnrr, grandi e piccole, a rischio di ritardi. Il lavoro è frutto del monitoraggio compiuto da Ance delle milestones per il prossimo anno relative a 20 miliardi di investimenti infrastrutturali che dovranno essere realizzati o, più spesso, appaltati. È, sostanzialmente, una prima mappa del rischio e degli interventi che potenzialmente potrebbero essere stralciati dal Pnrr per evitare ritardi che metterebbero in difficoltà l’intero piano. Un rischio più vicino e immediato rispetto a quello di cui parla il ministro per gli Affari europei con delega al Pnrr, Raffaele Fitto, quando dice che il suo monitoraggio dovrà servire a individuare gli investimenti (infrastrutturali e non solo) che appaiono in forte ritardo e potenzialmente non ce la faranno a essere conclusi nel 2023. Il mancato raggiungimento di questi obiettivi comporterebbe il mancato raggiungimento delle rate di finanziamento di giugno e dicembre 2023, che potrebbero aprire una prima vera grande crisi formale sul PNRR.

Il totale di 20.120 milioni emerge considerando la totalità degli interventi che riguardano il settore dell’edilizia. I cinque obiettivi che sembrano più impegnativi, al limite della realizzabilità, sono: l’aggiudicazione, entro il quarto trimestre 2023 (T4), di tutti gli appalti relativi agli interventi per la gestione del rischio alluvione e la riduzione del rischio idrogeologico, per un totale di 2.487 milioni; l’aggiudicazione, anche questa entro dicembre 2023 (T4), di tutti gli appalti per la realizzazione di piste ciclabili, metropolitane, filovie e funivie in aree metropolitane (3,6 miliardi); l’aggiudicazione dei contratti di lavori, entro il secondo trimestre (T2), per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido, scuole per l’infanzia e servizi di educazione e cura della prima infanzia (3,7 miliardi); l’aggiudicazione entro settembre (T3) di tutti i contratti pubblici relativi agli interventi di investimento sulle reti idriche (2,9 miliardi); l’aggiudicazione entro dicembre (T4) di tutti gli appalti, in capo a Rfi, per il potenziamento, l’elettrificazione e l’aumento della resilienza delle ferrovie per il Mezzogiorno. In quasi tutti i casi si tratta di aggiudicazioni di appalti di lavori che richiedono ci sia alla base almeno un progetto di fattibilità (nel caso di appalti integrati progettazione-lavori) o un progetto esecutivo (nel caso di appalti di soli lavori). In questo secondo caso dovrà essere completato anche il percorso autorizzativo. In tutti i casi colpisce la diffusione sul territorio e la capillarità di questi piani di intervento.

Ance sta lavorando alacremente affinché’ il PNRR si realizzi, presentando anche proposte concrete al Governo.

Si ricorda che dei 222 miliardi di investimenti e riforme complessive legate al Recovery Plan destinate all’Italia, da attuare entro il 31/12/2026, 108 miliardi di euro impattano sul settore delle costruzioni. Le risorse già territorializzate ( per le quali sono stati già individuati i progetti finanziati e/o la ripartizione regionale dei fondi) ammontano a 96,3 miliardi (89% dei 108 miliardi). Le risorse da territorializzare ammontano invece a circa 11,8 miliardi (11% dei 108 miliardi)

L’Italia ha già incassato 66,9 miliardi, ha raggiunto 96 target (milestone) sui circa 600 obiettivi da raggiungere entro il 2026.

Entro fine 2022 l’Italia dovrà raggiungere 55 target per poter avanzare la richiesta della terza trance di stanziamento pari a 19 miliardi di euro. Quest’anno si riusciranno a spendere poco più di 15 miliardi di euro di investimenti rispetto ai 33 previsti come spesa (è il solito problema dell’Italia che non riesce a mettere a terra gli investimenti)

Ance ha approfondito e analizzato i dati resi disponibili e rileva alcune criticità nell’attuazione complessiva del Piano che si possono riassumere come segue:

  1. Rincaro prezzi dei materiali e dell’energia che hanno inciso su tutte l’economia del Paese;
  2. Scarsità di progetti esecutivi (il 66% dei progetti finanziati o candidati ai finanziamenti è allo stato di progetto di fattibilità tecnica ed economica – l’80% dei comuni italiani non ha un progetto esecutivo per il PNRR)
  3. Scarsità di progetti aggiornati con i prezzi di mercato o comunque secondo gli ultimi aggiornamenti dei prezziari ufficiali regionali (circa il 72% dei progetti, stima Ance)
  4. Scarsa capacità amministrativa della P.A. che, suo malgrado si è impoverita negli ultimi vent’anni e sulla quale ha pesato il blocco del turnover, Da dati Istat 2022 si rileva che l’età media dei dipendenti è aumentata, l’Italia è il paese europeo con il più alto tasso di ultra 55enni nelle amministrazioni pubbliche e il più basso tasso di lavoratori pubblici sotto i 35 anni.  Sul fronte delle competenze, la pubblica amministrazione si sta formando sul PNRR in tempi recenti.
  5. Scarsità di manodopera e figure professionali specializzate (si stima che per portare a termine il PNRR entro il 2026 ci vorrebbero 64000 unità in più inteso come fabbisogno occupazionale nelle imprese)

Le opere del PNRR, secondo stima Ance, costano più del 50% rispetto a quando sono state ipotizzate. Se non si sbloccano le risorse con nuovi fondi, anche per compensare le imprese stanno ancora aspettando i 5 miliardi di euro dei lavori eseguiti nel 2021 e 2022, saranno a rischio 23 mila cantieri per un valore di circa 162 miliardi.

In allegato, viene pubblicata la mappa delle scadenze del PNRR elaborata da Ance.

Gli uffici di Ance Brescia rimangono a disposizione per eventuali chiarimenti.

 

IN ALLEGATO

04.02 allegato RECOVERY_PLAN_milestone 2023 in pericolo – mappa Ance


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