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02.12.2015 - economia

I MINIBOND: UN CANALE DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVO ALLE BANCHE

Per facilitare l’accesso al credito per le imprese lombarde, Regione Lombardia attiverà, con il supporto di Finlombarda S.p.A, una prima iniziativa denominata “Progetto Minibond”.

I minibond sono strumenti ideati per le aziende non quotate in Borsa per reperire fondi attraverso canali non tradizionali (le banche) e diversificare le proprie fonti di finanziamento. Si tratta di titoli di credito (ovvero obbligazioni) emessi dalle imprese e venduti in cambio di denaro contante a investitori qualificati cui viene riconosciuto un tasso di interesse sul prestito concesso.

Il piano “Destinazione Italia” e i decreti “Sviluppo”, “Sviluppo-bis” e “Competitività”, hanno individuato, al fine di rendere disponibili canali di finanziamento alternativi alle banche, i principi normativi necessari per favorire l’accesso ai minibond anche da parte delle piccole e medie imprese.

In seguito la Giunta della Regione Lombardia ha approvato il “Progetto Minibond”, che è costituito da tre principali misure:

  • 300 milioni per l’acquisto dei minibond: è stato istituito un plafond pari a 300 milioni di euro che saranno utilizzati da Finlombarda per acquistare i bond emessi dalle aziende. Di questi, 120 milioni sono a valere sulle risorse di Finlombarda stessa e 180 milioni sulle risorse di investitori istituzionali convenzionati o di investitori qualificati all’acquisto da parte di Finlombarda.
  • Regione stanzia 2,5 milioni di euro in voucher per finanziare i costi connessi ai numerosi oneri legali e burocratici (di banca depositaria, per l’apertura del rapporto su Monte Titoli, di certificazione del bilancio d’esercizio, di prima quotazione sul mercato scelto dalle imprese) per riuscire a emettere dei minibond.
  • 18 milioni per il Fondo di garanzia.

Sono destinatarie della presente misura le imprese che hanno i seguenti requisiti:

  • sede legale e/o operativa in Regione Lombardia;
  • siano iscritte al registro delle imprese;
  • siano costituite in forma di società di capitali;
  • abbiano avuto nella media degli ultimi due esercizi un fatturato civilistico (o consolidato se esistente) non inferiore a 5 Mln di euro;
  • Margine Operativo Lordo (MOL) nell’ultimo bilancio civilistico (o consolidato se esistente) approvato superiore al 5% dei Ricavi;
  • Rapporto tra Posizione Finanziaria Netta (PFN) e Patrimonio Netto (Leverage) nell’ultimo bilancio civilistico (o consolidato se esistente) approvato non superiore a 2,5;
  • Rapporto tra PFN e MOL non superiore a 5;
  • Rapporto tra MOL e Oneri Finanziari non inferiore a 3;
  • siano attive in uno dei settori di attività della classificazione ATECO 2007, ad esclusione dei settori  ATTIVITA’ IMMOBILIARI e  ATTIVITA’ FINANZIARIE E ASSICURATIVE, fatte salve le esclusioni previste dal Regime di aiuto adottato.

Sono escluse dall’operazione  le imprese:

  • che rientrano nel campo di esclusione di cui all’art. 1 del Regolamento CE 1407/2013 sul de Minimis;
  • definite come Micro Imprese in base ai parametri stabiliti nell’Allegato 1 del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione;
  • che abbiano ricevuto e successivamente non rimborsato, ovvero che abbiano depositato in un conto bloccato, gli aiuti sui quali pende un’ingiunzione di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune, ai sensi di quanto previsto dal Regolamento CE n. 659/1999 del 22 marzo 1999 recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del Trattato CE
  • che siano in stato di liquidazione o sottoposte a procedura concorsuale;
  • che non siano in regola con le vigenti norme in materia di lavoro e prevenzione degli infortuni

 


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