COMUNICATO STAMPA – SUPERBONUS, ANCE BRESCIA – DA ISTAT E EUROSTAT VIA LIBERA ALLO SBLOCCO DI TUTTI I CREDITI INCAGLIATI
I bonus edilizi pesano come spesa pubblica direttamente nel primo anno di avvio, senza essere invece spalmati nell’arco degli anni previsti dalla detrazione
SUPERBONUS, ANCE BRESCIA: DA ISTAT E EUROSTAT VIA LIBERA ALLO SBLOCCO DI TUTTI I CREDITI INCAGLIATI
Il Presidente Massimo Angelo Deldossi: “Come sosteniamo da tempo, i crediti derivanti dai bonus edilizi possono e devono essere pagati subito alle famiglie e alle imprese”
BRESCIA – “I pareri di Istat e Eurostat hanno chiarito una volta per tutte che i crediti derivanti dai bonus edilizi sono già stati contabilizzati nel bilancio dello Stato e quindi, come sosteniamo da tempo, possono e devono essere pagati subito alle famiglie e alle imprese dell’edilizia”. Così commenta il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi le comunicazioni fornite ieri, mercoledì 1° marzo, dagli istituti di statistica.
Le stesse confermano la contabilizzazione dei crediti da bonus edilizi negli esercizi di bilancio passati. Nel ’21-’22 Istat certifica che le costruzioni sono state il vero motore dell’economia del Paese. “Quelle stesse imprese”, spiega il leader dei costruttori bresciani e vicepresidente nazionale Ance “che, come certifica l’Istat, hanno trainato il Pil del 2021 e del 2022 (+20,7% e +10,2% il valore aggiunto delle costruzioni nei due anni) e che se messe in condizioni di operare possono fornire un apporto determinante anche alla crescita del 2023”. Si tratta di numeri che fanno ben comprendere il valore e il peso del settore delle costruzioni per la tenuta socioeconomica del Paese. “Per questo emerge con ancora più forza”, conclude Deldossi, “la necessità di risolvere il problema della liquidità delle imprese e delle famiglie così da non vanificare lo sforzo che è stato fatto per spingere l’economia”.
Dai dati Istat diffusi ieri emerge dunque l’impatto sul 2021 (anno chiuso con il deficit al 9%) e soprattutto sul 2022, che rispetto alle stime del 5,6%, ha invece registrato un deficit dell’8%. Nel 2023 e negli anni a seguire, considerando lo stop alle cessioni e la nuova classificazione statistica, il peso sull’indebitamento dovrebbe invece essere decisamente inferiore, lasciando più spazio di manovra per eventuali altri interventi di politica economica. La differenza sta nella classificazione del credito, se sia cioè da considerare ‘pagabile’ o ‘non pagabile’. Nel caso in cui vi siano limiti alla fruibilità del credito, il credito è definito come “non pagabile”, quindi da registrare nei conti pubblici come minore entrata nel momento del suo utilizzo. Nel caso in cui, invece, esista una ragionevole certezza che, nel corso del tempo, il credito sarà utilizzato nella sua interezza, il credito fiscale è da ritenersi “pagabile” e quindi deve essere registrato come spesa delle amministrazioni pubbliche, per un ammontare pari all’intero importo maturato, nell’anno di sostenimento della spesa agevolata. Quando la misura è classificata “non pagabile”, l’impatto è diluito negli anni di utilizzo del credito fiscale; quando la misura è classificata “pagabile”, l’impatto sull’indebitamento delle amministrazioni pubbliche si concentra invece esclusivamente nel primo anno. Una decisione che potrebbe aprire nuove prospettive per il settore.
Brescia, 1° marzo 2023
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