20.07.2005 - lavori pubblici

OBBLIGO DI VERIFICA PREVENTIVA DELL’INTERESSE ARCHEOLOGICO PER I LAVORI PUBBLICI

OBBLIGO DI VERIFICA PREVENTIVA DELL’INTERESSE ARCHEOLOGICO PER I LAVORI PUBBLICI OBBLIGO DI VERIFICA PREVENTIVA DELL’INTERESSE ARCHEOLOGICO PER I LAVORI PUBBLICI

Sulla GU n. 146 del 25-6-2005 è stato pubblicato il testo del decreto-legge 26 aprile 2005, n. 63 (in Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 96 del 27 aprile 2005), coordinato con la legge di conversione 25 giugno 2005, n. 109 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 3), recante: “Disposizioni urgenti per lo sviluppo e la coesione territoriale, nonche’ per la tutela del diritto d’autore, e altre misure urgenti”.
Tale provvedimento, oltre ad altre misure che non sono di interesse per il settore, ha introdotto un istituto finalizzato a rendere più sicuri da ritardi e sospensioni i lavori pubblici in generale e quelli per la realizzazione delle Grandi Infrastrutture di cui alla legge obiettivo. Dall’apertura di vari cantieri in tutta Italia, non sono infatti mancati problemi e ritardi dovuti a ritrovamenti archeologici nelle aree sulle quali si stava lavorando.
Da qui la necessità di sospendere i lavori al fine di stabilire il livello di importanza dei ritrovamenti, per poi decidere se trasferire i reperti in musei o altri luoghi adatti o addirittura chiudere la zona e farne un sito archeologico.
Con questo norma si introduce un nuovo istituto che coinvolge gli esperti di archeologia del ministero dei beni culturali. Il loro compito consisterebbe nel verificare preventivamente (quindi prima che i lavori inizino) se l’area individuata per la realizzazione dell’infrastruttura potrebbe essere un eventuale sito archeologico. Naturalmente la verifica verrebbe effettuata per mezzo di indagini geologiche e archeologiche effettuate sul posto ma anche per mezzo dello studio di dati di archivio e bibliografici.
Se dopo la verifica non dovesse emergere alcun sospetto di presenza di beni archeologici nell’area, trascorsi 30 giorni dalla ricezione della documentazione contenenti le risultanze della verifica, il Sovrintendente chiuderebbe la procedura.
Se, a seguito dell’istruttoria, dovessero emergere elementi tali da far pensare alla presenza di reperti di interesse archeologico nella zona, allora si procederebbe alla verifica effettiva a conclusione della quale:
A) se i reperti non hanno alcun valore, si procede alla realizzazione sul posto dell’opera pubblica in progetto;
B) se i reperti hanno valore ma possono essere trasferiti in altri luoghi, si procede al loro prelievo e poi si iniziano i lavori;
C) se i reperti sono tali da costituire un’importante scoperta che non può essere trasferita perché consiste in ville o altro, la zona si trasforma in sito archeologico e l’opera infrastrutturale viene realizzata altrove. La verifica circa l’interesse geologico non interesserà le opere per le quali la progettazione preliminare sia stata approvata prima dell’entrata in vigore della legge di conversione. 

Testo del decreto-legge 26 aprile 2005, n. 63 (in Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 96 del 27 aprile 2005), coordinato con la legge di conversione 25 giugno 2005, n. 109 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 3), recante:
«Disposizioni urgenti per lo sviluppo e la coesione territoriale, nonche’ per la tutela del diritto d’autore, e altre misure urgenti
(GU n. 146 del 25-6-2005)

… omissis …

Art. 2-ter
Verifica preventiva dell’interesse
archeologico
1. Ai fini dell’applicazione dell’articolo 28, comma 4, dal codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, di seguito denominato: «codice dei beni culturali e del paesaggio», per le opere sottoposte all’applicazione delle disposizioni della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, le stazioni appaltanti trasmettono al soprintendente territorialmente competente, prima dall’approvazione, copia del progetto preliminare dell’intervento o di uno stralcio di esso sufficiente ai fini archeologici, ivi compresi gli esiti delle indagini geologiche e archeologiche preliminari di cui all’articolo 18, comma 1, lettera d), del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, con particolare attenzione ai dati di archivio e bibliografici reperibili, all’esito delle ricognizioni  volte all’osservazione dei terreni, alla lettura della geomorfologia del territorio, nonche’, per le opere a rete, alle fotointerpretazioni. Tale documentazione e’ raccolta, elaborata e validata dai dipartimenti archeologici delle universita’, ovvero da soggetti in possesso di diploma di laurea e specializzazione in archeologia o di dottorato di ricerca in archeologia. Ai relativi oneri si provvede ai sensi dell’articolo 16, comma 7, della legge n. 109 del 1994 e del citato articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica n. 554 del 1999. La trasmissione della documentazione suindicata non e’ richiesta per gli interventi che non comportino nuova edificazione o scavi a quote diverse da quelle gia’ impegnate dai manufatti esistenti.

2. Presso il Ministero per i beni e le attivita’ culturali e’ istituito un apposito elenco, reso accessibile a tutti gli interessati, degli istituti archeologici universitari e dei soggetti in possesso della necessaria qualificazione. Con decreto del Ministro per i beni e le attivita’ culturali, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentita una rappresentanza dei dipartimenti archeologici universitari, si provvede a disciplinare i criteri per la tenuta di detto elenco, comunque prevedendo modalita’ di partecipazione di tutti i soggetti interessati. Per l’attuazione del presente comma e’ autorizzata la spesa massima di 50.000 euro per l’anno 2005 e di 100.000 euro per ciascuno degli anni 2006 e 2007 per le spese di primo impianto, nonche’ una spesa di 10.000 euro per l’anno 2005 e di 20.000 euro a decorrere dall’anno 2006 per le spese di gestione dell’elenco di cui al primo periodo. All’onere derivante dall’attuazione del presente comma, pari complessivamente a 60.000 euro per il 2005, 120.000 euro per il 2006, 120.000 euro per il 2007 e 20.000 euro a decorrere dal 2008, si provvede, quanto a 50.000 euro per il 2005, a 100.000 euro per il 2006 e a 100.000 euro per il 2007, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell’ambito dell’unita’ previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attivita’ culturali e, quanto a 10.000 euro per il 2005 e a 20.000 euro a decorrere dal 2006, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2005-2007, nell’ambito dell’unita’ previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2005, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attivita’ culturali.

3. Il soprintendente, qualora, sulla base degli elementi trasmessi e delle ulteriori informazioni disponibili, ravvisi l’esistenza di un interesse archeologico nelle aree oggetto di progettazione, puo’ richiedere motivatamente, entro, il termine di novanta giorni dal ricevimento del progetto preliminare ovvero dello stralcio di cui al comma 1, la sottoposizione dell’intervento alla procedura prevista dall’articolo 2-quater.

4. In caso di incompletezza della documentazione trasmessa, il termine indicato al comma 3 e’ interrotto qualora il soprintendente segnali con modalita’ analitiche detta incompletezza alla stazione appaltante entro dieci giorni dal ricevimento della suddetta documentazione. In caso di documentata esigenza di approfondimenti istruttori il soprintendente richiede le opportune integrazioni puntualmente riferibili ai contenuti dalla progettazione ed alle caratteristiche dell’intervento da realizzare ed acquisisce presso la stazione appaltante le conseguenti informazioni. La richiesta di integrazioni e informazioni sospende il termine. Il soprintendente, ricevute le integrazioni ed informazioni richieste, ha a disposizione il periodo di tempo non trascorso o comunque almeno quindici giorni, per formulare la richiesta di sottoposizione dell’intervento alla procedura prevista dall’articolo 2-quater.

5. Avverso la richiesta di cui al comma 3 e’ ammesso il ricorso amministrativo previsto dall’articolo 16 del codice dei beni culturali e del paesaggio.

6. Ove il soprintendente non richieda l’attivazione della procedura di cui all’articolo 2-quater nel termine di cui al comma 3, ovvero tale procedura si concluda con esito negativo, l’esecuzione di saggi archeologici e’ possibile solo in caso di successiva acquisizione di nuove informazioni o di emersione, nel corso dei lavori, di nuovi elementi archeologicamente rilevanti, che inducano a ritenere probabile la sussistenza in sito di reperti archeologici. In tale evenienza il Ministero per i beni e le attivita’ culturali procede, contestualmente alla richiesta di saggi preventivi, alla comunicazione di avvio del procedimento di verifica o di dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi degli articoli 12 e 13 del codice dei beni culturali e del paesaggio.

7. I commi da 1 a 6 non si applicano alle aree archeologiche e ai parchi archeologici di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, per i quali restano fermi i poteri autorizzatori e cautelari previsti dal predetto codice, ivi compresa la facolta’ di prescrivere l’esecuzione, a spese del committente dell’opera pubblica, di saggi archeologici. Restano altresi’ fermi i poteri previsti dall’articolo 28, comma 2, nonche’ i poteri autorizzatori e cautelari previsti per le zone di interesse archeologico, di cui all’articolo 142, comma 1, lettera m), del medesimo codice.

8. Il presente articolo non si applica alle opere di cui al comma 1 per le quali sia gia’ intervenuta, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, l’approvazione del progetto preliminare.

Art. 2-quater
Procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico
1. La procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico di cui all’articolo 2-ter si articola in due fasi costituenti livelli progressivi di approfondimento dell’indagine archeologica. L’esecuzione della fase successiva dell’indagine e’ subordinata all’emersione di elementi archeologicamente significativi all’esito della fase precedente. La procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico consiste nel compimento delle indagini e nella redazione dei documenti integrativi del progetto di cui alle seguenti lettere: 
a) prima fase, integrativa della progettazione preliminare: 
1) esecuzione di carotaggi; 
2) prospezioni geofisiche e geochimiche; 
3) saggi archeologici tali da assicurare una sufficiente campionatura dell’area interessata dai lavori;
b) seconda fase, integrativa della progettazione definitiva ed esecutiva: esecuzione di sondaggi e di scavi, anche in estensione.

2. La procedura di cui al comma 1 si conclude con la redazione della relazione archeologica definitiva, approvata dal soprintendente di settore territorialmente competente. La relazione contiene una descrizione analitica delle indagini eseguite, qualifica l’interesse archeologico dell’area, secondo i seguenti livelli di rilevanza archeologica del sito, e detta le conseguenti prescrizioni: 
a) contesti in cui lo scavo stratigrafico esaurisce direttamente l’esigenza di tutela; 
b) contesti non monumentali con scarso livello di conservazione per i quali sono possibili interventi di reinterro oppure smontaggio-rimontaggio e musealizzazione in altra sede rispetto a quella di rinvenimento; 
c) complessi di particolare rilevanza, estensione e valenza storico-archeologica tutelabili integralmente ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio.

3. Per l’esecuzione dei saggi e degli scavi archeologici nell’ambito della procedura di cui al presente articolo il responsabile del procedimento puo’ stabilire forme semplificate della progettazione ai sensi delle disposizioni del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554.

4. Nelle ipotesi di cui alla lettera a) del comma 2, la procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico si considera chiusa con esito negativo ed accerta l’insussistenza dell’interesse archeologico nell’area interessata dai lavori. Nelle ipotesi di cui alla lettera b) del comma 2, la soprintendenza detta le prescrizioni necessarie ad assicurare la conoscenza, la conservazione e la protezione dei rinvenimenti archeologicamente rilevanti, salve le misure di tutela eventualmente da adottare ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, relativamente a singoli rinvenimenti o al loro contesto. Nel caso di cui alla lettera c) del comma 2, le prescrizioni sono incluse nei provvedimenti di assoggettamento a tutela dell’area interessata dai rinvenimenti e il Ministero per i beni e le attivita’ culturali avvia il procedimento di dichiarazione di cui agli articoli 12 e 13 del predetto codice.

5. La procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico e’ condotta sotto la direzione della soprintendenza archeologica territorialmente competente. Gli oneri sono a carico della stazione appaltante.

6. Entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del Ministro per i beni e le attivita’ culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sono stabilite linee guida finalizzate ad assicurare speditezza, efficienza ed efficacia alla procedura di cui al presente articolo.

7. Per gli interventi soggetti alla procedura di cui al presente articolo, il direttore regionale competente per territorio del Ministero per i beni e le attivita’ culturali, su proposta del soprintendente di settore, entro trenta giorni dalla richiesta di cui al comma 3 dell’articolo 2-ter, stipula un apposito accordo con l’amministrazione appaltante per disciplinare le forme di coordinamento e di collaborazione con il responsabile del procedimento e con gli uffici dell’amministrazione procedente. Nell’accordo le amministrazioni possono graduare la complessita’ della procedura di cui al presente articolo, in ragione della tipologia e dell’entita’ dei lavori da eseguire, anche riducendo le fasi e i contenuti del procedimento. L’accordo disciplina altresi’ le forme di documentazione e di divulgazione dei risultati dell’indagine, mediante la informatizzazione dei dati raccolti, la produzione di forme di edizioni scientifiche e didattiche, eventuali ricostruzioni virtuali volte alla comprensione funzionale dei complessi antichi, eventuali mostre ed esposizioni finalizzate alla diffusione e alla pubblicizzazione delle indagini svolte.

… omissis …


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