I MINIBOND: UN CANALE DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVO ALLE BANCHE
Per facilitare l’accesso al credito per le imprese lombarde, Regione Lombardia attiverà, con il supporto di Finlombarda S.p.A, una prima iniziativa denominata “Progetto Minibond”.
I minibond sono strumenti ideati per le aziende non quotate in Borsa per reperire fondi attraverso canali non tradizionali (le banche) e diversificare le proprie fonti di finanziamento. Si tratta di titoli di credito (ovvero obbligazioni) emessi dalle imprese e venduti in cambio di denaro contante a investitori qualificati cui viene riconosciuto un tasso di interesse sul prestito concesso.
Il piano “Destinazione Italia” e i decreti “Sviluppo”, “Sviluppo-bis” e “Competitività”, hanno individuato, al fine di rendere disponibili canali di finanziamento alternativi alle banche, i principi normativi necessari per favorire l’accesso ai minibond anche da parte delle piccole e medie imprese.
In seguito la Giunta della Regione Lombardia ha approvato il “Progetto Minibond”, che è costituito da tre principali misure:
- 300 milioni per l’acquisto dei minibond: è stato istituito un plafond pari a 300 milioni di euro che saranno utilizzati da Finlombarda per acquistare i bond emessi dalle aziende. Di questi, 120 milioni sono a valere sulle risorse di Finlombarda stessa e 180 milioni sulle risorse di investitori istituzionali convenzionati o di investitori qualificati all’acquisto da parte di Finlombarda.
- Regione stanzia 2,5 milioni di euro in voucher per finanziare i costi connessi ai numerosi oneri legali e burocratici (di banca depositaria, per l’apertura del rapporto su Monte Titoli, di certificazione del bilancio d’esercizio, di prima quotazione sul mercato scelto dalle imprese) per riuscire a emettere dei minibond.
- 18 milioni per il Fondo di garanzia.
Sono destinatarie della presente misura le imprese che hanno i seguenti requisiti:
- sede legale e/o operativa in Regione Lombardia;
- siano iscritte al registro delle imprese;
- siano costituite in forma di società di capitali;
- abbiano avuto nella media degli ultimi due esercizi un fatturato civilistico (o consolidato se esistente) non inferiore a 5 Mln di euro;
- Margine Operativo Lordo (MOL) nell’ultimo bilancio civilistico (o consolidato se esistente) approvato superiore al 5% dei Ricavi;
- Rapporto tra Posizione Finanziaria Netta (PFN) e Patrimonio Netto (Leverage) nell’ultimo bilancio civilistico (o consolidato se esistente) approvato non superiore a 2,5;
- Rapporto tra PFN e MOL non superiore a 5;
- Rapporto tra MOL e Oneri Finanziari non inferiore a 3;
- siano attive in uno dei settori di attività della classificazione ATECO 2007, ad esclusione dei settori ATTIVITA’ IMMOBILIARI e ATTIVITA’ FINANZIARIE E ASSICURATIVE, fatte salve le esclusioni previste dal Regime di aiuto adottato.
Sono escluse dall’operazione le imprese:
- che rientrano nel campo di esclusione di cui all’art. 1 del Regolamento CE 1407/2013 sul de Minimis;
- definite come Micro Imprese in base ai parametri stabiliti nell’Allegato 1 del Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione;
- che abbiano ricevuto e successivamente non rimborsato, ovvero che abbiano depositato in un conto bloccato, gli aiuti sui quali pende un’ingiunzione di recupero, a seguito di una precedente decisione della Commissione europea che dichiara l’aiuto illegale e incompatibile con il mercato comune, ai sensi di quanto previsto dal Regolamento CE n. 659/1999 del 22 marzo 1999 recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del Trattato CE
- che siano in stato di liquidazione o sottoposte a procedura concorsuale;
- che non siano in regola con le vigenti norme in materia di lavoro e prevenzione degli infortuni
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