LA POSIZIONE ANCE SU DELEGA AL GOVERNO PER LA RIFORMA FISCALE
L’Ance condivide l’impianto generale del disegno di legge delega di riforma del sistema tributario e gli obiettivi di stimolo alla crescita, razionalizzazione del sistema tributario, semplificazione degli adempimenti e lotta all’evasione, che ne sono alla base.
Per questo offre, da subito, la propria disponibilità ad intervenire nei tavoli tecnici che, come espressamente annunciati dal disegno di legge, saranno avviati dal Governo con le Associazioni di categoria per la redazione dei numerosi decreti legislativi che concretizzeranno i principi della riforma.
Si profila, infatti, un’occasione imperdibile per disegnare un Fisco che tuteli in via strutturale beni fondamentali come “la casa”, che favorisca la rigenerazione urbana, stimolando gli investimenti nella messa in sicurezza e nella riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, nel rispetto dell’art.41 della Costituzione che tutela l’ambiente come interesse pubblico, e che sia da stimolo, e non di ostacolo, alla vita delle imprese.
Il disegno di legge all’esame del Parlamento (DDL 1038/C) contiene, a parere dell’Ance, alcuni principi ispiratori che, correttamente declinati, potrebbero fornire un’adeguata risposta alle esigenze dei cittadini e delle imprese, che vedono nella riforma un’opportunità di sviluppo e progresso verso un sistema più equo ed efficiente.
Pertanto, come rappresentante del settore delle costruzioni, l’Ance individua alcuni principi che dovrebbero ispirare la revisione del sistema tributario, in via prioritaria.
Priorità 1
Tax expenditures: tutelare il “bene casa” e la riqualificazione del patrimonio edilizio
Una riforma degli incentivi fiscali nell’ottica dell’efficienza energetica e messa in sicurezza sismica
Riguardo il tema delle c.d. tax expenditures, strettamente legato alla copertura finanziaria della delega, l’Ance apprezza che il testo riconosca l’importanza della tutela del “bene casa” e degli interventi di risparmio energetico e messa in sicurezza sismica degli immobili. Questo principio è condiviso nella consapevolezza della necessità di raggiungere, da qui al 2030-2033, gli obiettivi fissati nell’ambito del Green Deal europeo.
Si tratta di una priorità sostenuta dall’Ance in ogni occasione in cui ci si è confrontati sul tema delle tax expenditures e dalla quale si deve partire per una compiuta riforma degli incentivi in edilizia.
Un sistema stabile e adeguato di incentivi diretti all’efficientamento energetico e antisismico del patrimonio immobiliare è presupposto essenziale per il rispetto degli impegni derivanti dall’appartenenza all’Unione Europea e del conseguente raggiungimento di tutti gli obblighi imposti dalla più recente normativa comunitaria in tema di decarbonizzazione degli edifici. Per questo è necessario pervenire ad una riforma del Superbonus e degli altri bonus edilizi che consenta l’accesso a tutti i contribuenti, pur collegandone l’importo al reddito del beneficiario, dando priorità alla riqualificazione degli edifici in classe energetica più bassa.
Sostenere la domanda di abitazioni nuove o incisivamente ristrutturate
Nell’ottica di incentivare prodotti adeguati ed efficienti dal punto di vista energetico e di sicurezza statica, l’Ance sottolinea, da sempre, l’esigenza di sostenere adeguatamente la domanda di abitazioni nuove o incisivamente ristrutturate in chiave energetica, che oggi invece sconta una tassazione molto più elevata di quella che si rivolge al mercato dell’usato. L’introduzione di un simile principio nell’ambito della legge delega aprirebbe la strada alla proposta di rendere strutturale la detrazione IRPEF pari al 50% dell’IVA pagata sull’acquisto di abitazioni, nuove o incisivamente riqualificate, e in classe energetica elevata (oggi attuabile solo sino al prossimo 31 dicembre 2023).
Priorità 2
IVA: una revisione che non incida sulle imprese e tuteli i beni “sociali”. Garantire il principio di neutralità dell’IVA
In ambito IVA, occorre assolutamente rivedere i meccanismi di versamento dell’IVA che sono applicati in deroga ai principi generali che regolano l’imposta. La proroga dello split payment oltre il prossimo 30 giugno è una doccia fredda per l’ANCE che aveva richiesto, in tutte le competenti sedi, uno stop della sua operatività.
La decisione peserà sulla situazione finanziaria delle imprese di costruzioni, già alle prese con gravi problemi di liquidità dovuti ai ritardi nell’erogazione delle compensazioni per il caro materiali, ma sopra ogni cosa mette in discussione il principio della neutralità dell’IVA per le imprese, che è uno dei cardini della riforma in tema di imposta sul valore aggiunto.
L’introduzione della fatturazione elettronica, che ha permesso allo Stato di recuperare gettito IVA, rende, oggi, del tutto inutile lo split payment che è un meccanismo nato proprio allo scopo di combattere l’evasione fiscale legata al mancato versamento dell’IVA.
A questo punto il tema dei rimborsi IVA diventa prioritario e deve avere un percorso di attuazione immediato. Non può essere rimesso ai decreti attuativi della stessa legge delega, perché le imprese devono essere messe in condizioni di arginare gli effetti negativi del meccanismo sul loro equilibrio finanziario.
Aliquote ridotte per la “prima casa”, gli interventi di recupero e le opere pubbliche
Sempre in tema di IVA, occorre garantire il mantenimento delle misure ridotte oggi previste, innanzitutto, per l’acquisto della “prima casa”, da considerarsi un bene a rilevanza sociale. Allo stesso modo, risulta fondamentale mantenere l’aliquota ridotta per gli interventi di recupero edilizio sui fabbricati esistenti, e quella applicabile agli appalti pubblici.
Priorità 3
Imposte sui traferimenti: favorire la rigenerazione urbana
Riguardo la revisione delle imposte indirette diverse dall’IVA è apprezzabile la volontà di introduzione di una imposta unica, eventualmente fissa, che accorpi bollo e le imposte ipotecarie e catastali, per i trasferimenti immobiliari che scontano l’imposta di registro.
Questa dovrebbe essere l’occasione più opportuna per introdurre, in via stabile e strutturale, il principio di neutralità dell’imposta di registro nella fase di produzione dei processi di rigenerazione urbana (imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa, a favore degli acquisti di immobili da parte degli operatori specializzati).
Senza incentivi fiscali, infatti, la rigenerazione urbana non parte, mentre, con un sistema diretto a detassare l’acquisto di immobili da rigenerare completamente, si renderebbero fattibili operazioni complesse di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, altrimenti bloccate dall’attuale prelievo che grava sulla fase iniziale d’acquisizione del fabbricato vetusto, energivoro e spesso non più idoneo all’uso consentito.
Priorità 4
Reddito d’impresa: favorire la locazione abitativa da operatori professionali
Il provvedimento fa riferimento all’estensione della cedolare secca alle locazioni di immobili non abitativi promosse dalle persone fisiche, tuttavia, occorre fare un passo in più, per ampliare il mercato degli affitti, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo e rispondere alle nuove e pressanti istanze sociali.
Una politica delle locazioni efficace deve puntare a un duplice obiettivo: potenziare in quantità l’offerta di abitazioni in locazione allineando il mercato italiano a quello europeo e migliorarne la qualità per soddisfare le esigenze abitative che, nel corso degli ultimi tempi, hanno subito un’evoluzione importante, orientandosi sempre più verso soluzioni sul genere co-working e co-living.
Questi bisogni possono essere soddisfatti unicamente da operatori professionali, gli unici in grado di offrire soluzioni “integrate e di qualità”, e che oggi, invece, scontano una tassazione elevata e penalizzante.
È necessario, quindi, intervenire su questo aspetto, ad esempio, considerando fiscalmente i fabbricati locati alla stregua dei beni strumentali da assoggettare, quindi, ad ammortamento e con deducibilità piena delle spese di manutenzione, detraibilità dell’IVA e deducibilità dell’IMU.
Priorità 5
Reddito d’impresa: detassare il costo finanziario dell’attività edile
Nell’ambito della riforma dell’IRES, l’Ance condivide l’obiettivo di riordinare la disciplina sulla deducibilità degli interessi passivi, poiché in questo contesto potrebbe trovare spazio un intervento sugli interessi passivi relativi ai finanziamenti contratti per la costruzione o ristrutturazione degli immobili destinati alla vendita.
Occorre, infatti, superare il limite posto alla deducibilità degli interessi passivi su questi finanziamenti, attualmente fissato nel 30% del ROL, e ripristinarne la piena deducibilità, come previsto sino al 2018.
Bisogna considerare che nell’ultimo quinquennio, nell’esercizio dell’attività edile, è fortemente aumentato il ricorso all’indebitamento e, nell’ultimo anno, gli oneri passivi sui finanziamenti si sono triplicati, con conseguente aggravio del costo fiscale netto a carico degli operatori economici in termini di gestione finanziaria dell’attività. Per le imprese edili l’indeducibilità del 70% di questi costi non è più gestibile.
Priorità 6
Statuto del Contribuente: tutela del contribuente anche in sede di accertamento
L’Ance condivide l’obiettivo di rafforzare alcuni principi previsti dallo Statuto dei diritti del Contribuente (legge 212/2000), con particolare riferimento al legittimo affidamento del contribuente e alla certezza del diritto, presupposti fondamentali per un corretto rapporto tra Stato e contribuenti.
Al fine di consolidare questi principi anche in fase di accertamento fiscale, occorre tutelare il contribuente nel corso degli accessi e ispezioni presso la sua sede, prevedendo il rafforzamento dell’obbligo di motivazione e l’introduzione di una disciplina generale delle invalidità degli atti accertativi, derivanti dall’attività ispettiva svolta in modo non conforme ai suddetti principi.
Priorità 7
Garantire l’alternatività IVA /imposte d’atto per le operazioni immobiliari
Riguardo la revisione delle imposte indirette diverse dall’IVA, l’accorpamento in un unico tributo delle attuali imposte d’atto (ipotecaria e catastale) da applicare in misura fissa offre l’opportunità di superare l’anomalia derivante dall’applicazione delle imposte d’atto in misura proporzionale (4% complessivo) anche alle operazioni di trasferimento di fabbricati strumentali che già scontano l’IVA in misura proporzionale (con aliquota del 22% o, in limitati casi, del 10%).
A ciò si aggiunga anche la locazione di immobili strumentali, sia essa assoggettata ad IVA “su opzione” che esente da imposta, che in ogni caso sconta l’imposta di registro in misura proporzionale pari all’1%.
Si tratta di deroghe inique e gravose, che portano, nel caso di cessione di immobile strumentale, al paradosso di una tassazione indiretta pari ad oltre un quarto del valore dell’immobile, arrivando precisamente fino al 26% del corrispettivo d’acquisto.
Priorità 8
Riscossione: definizione dei debiti contributivi
L’Ance condivide i principi espressi dalla delega fiscale per migliorare il rapporto Fisco-contribuente anche attraverso la revisione del procedimento di riscossione, con l’introduzione di procedure di accesso semplificato a forme di rateizzazione a 120 rate, e il progressivo superamento del ruolo e della cartella di pagamento.
In questo stesso ambito è necessario il superamento dell’attuale disparità di trattamento tra le diverse fattispecie di debiti contributivi, in sede di definizione agevolata dei carichi pendenti. In particolare, la riforma dovrebbe consentire un generale accesso ad eventuali meccanismi di definizione agevolata per tutti i debiti, sia fiscali che contributivi, e a prescindere se siano o meno affidati agli agenti della riscossione.
Questioni generali
Accanto alle questioni prioritarie per il settore, di seguito si delinea la posizione dell’Ance su questioni di natura più generale.
Investimenti innovativi semplificati e riduzione degli oneri anche per i datori di lavoro
L’Ance condivide l’introduzione di un’aliquota ridotta per la quota di reddito destinata agli investimenti innovativi e alle nuove assunzioni, dato che il settore delle costruzioni è ad alta intensità di manodopera.
In merito alla riduzione di aliquota in caso di investimenti innovativi, va garantita la fruizione del beneficio con un meccanismo automatico e semplificato che dia certezza all’operatore economico della spettanza dello stesso. Per quanto riguarda lo sgravio per le nuove assunzioni si auspica che questo possa comportare una riduzione degli oneri a carico dei datori di lavoro, compresi quelli previdenziali, anche con riferimento ai lavoratori già in forza nell’impresa. Sempre in tema occupazionale, va, d’altro canto, valutata la possibilità di applicare ai fini IRPEF il nuovo sistema di “flat tax incrementale” anche alle maggiorazioni riconosciute ai lavoratori per il lavoro straordinario.
Eliminazione delle “Società di comodo”
La revisione della disciplina delle cd “società di comodo” dovrebbe comportare il ritorno all’obiettivo originario della normativa di colpire solo le società prive di qualsivoglia attività d’impresa e non anche quelle che, per fattori esogeni o endogeni all’attività, si pongano al di sotto dei livelli reddituali fissati dalla norma. Per questo, particolarmente significativa appare la definizione di un adeguato sistema di cause di esclusione dalla disciplina, fermo restando che, in realtà, devono ritenersi sussistenti tutte le condizioni per superare definitivamente tale normativa, che non appare più giustificata né da reali esigenze di gettito, né dalle effettive dinamiche.
IRAP: evitare una “sovraimposta IRES” che danneggi le società di capitali
L’Ance condivide l’intento della graduale eliminazione dell’IRAP, ma occorre valutare attentamente la sua sostituzione con una “sovraimposta”, con base imponibile equivalente all’IRES, che assicuri il medesimo gettito da ripartire tra le Regione. Si rischia, infatti, di trasferire interamente sulle società di capitali, il prelievo oggi gravante anche su altri soggetti (es. società di persone).
Razionalizzare gli interpelli senza danneggi i contribuenti
Apprezzabile la volontà di coinvolgere le Associazioni di categoria nell’elaborazione di circolari esplicative di carattere generale, mentre suscita perplessità la possibilità di subordinare gli interpelli al versamento di un contributo da parte degli istanti, commisurato anche al valore della questione ed alla tipologia di contribuente. La necessità di presentare un’istanza specifica su una fattispecie particolare nasce, infatti, dall’esigenza di sopperire ad una mancanza interpretativa della prassi generale che, pertanto, non può legittimare la richiesta di una “risposta a pagamento” da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Una fiscalità locale per le imprese
Preso atto che l’attuale testo del Disegno di Legge non fissa principi in tema di fiscalità locale come inizialmente previsto, l’Ance ritiene che questa sia la sede più opportuna per superare alcune importanti criticità derivanti dall’applicazione dell’Imposta Municipale Propria (IMU) per le imprese edili.
Si tratta, in particolare, del concetto di “area edificabile” ai fini del tributo, che finisce per tassare con il massimo delle aliquote i terreni che solo astrattamente sono fabbricabili, ma che di fatto non possono ancora essere edificati per mancanza dei piani urbanistici attuativi, nonché della tassazione dei terreni adibiti a cava, anch’essi considerati dagli Enti impositori come “aree edificabili”, ancorché, sugli stessi la costruzione sia molto limitata se non addirittura nulla.
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