ABUSI EDILIZI: LE ULTIME SENTENZE DI INTERESSE
Consiglio di Stato, Sezione VI, Sentenza 4 marzo 2019 n. 1498
Con questa sentenza il CdS ribadisce il principio secondo il quale il trascorrere del tempo di per sé non legittima situazioni che, essendo ab origine contra ius, non possono fondare alcun affidamento incolpevole. Nel caso di abusi edilizi, trattandosi di illeciti permanenti, il potere amministrativo di vigilanza e repressione, ossia l’accertamento dell’illecito e l’applicazione della relativa sanzione, può intervenire anche decorso un rilevante arco temporale dalla realizzazione dell’abuso. Un abuso è da considerarsi sempre attuale, finché non venga rimosso o represso.
Consiglio di Stato, Sezione VI, Sentenza 4 marzo 2019 n. 1477
Le sanzioni pecuniarie in materia urbanistica edilizia e paesaggistica si estinguono decorsi cinque anni dalla loro irrogazione, tenuto conto che il termine quinquennale di prescrizione comincia a decorrere dall’irrogazione della sanzione. Le sanzioni di diversa natura, al contrario, che tendono al ripristino della legalità oggettivamente violata (in particolare quelle demolitorie, ripristinatorie o di acquisizione del patrimonio), una volta comminate, non sono soggette al principio della prescrizione. Tali sanzioni, pertanto, non si estinguono per effetto del decorso del tempo, anche se non eseguite.
Consiglio di Stato, Sezione VI, Sentenza 26 febbraio 2019, n. 1352
La sentenza ribadisce che non è necessaria una motivazione diffusa nel parere della Commissione edilizia integrata in ordine alla sanatoria di costruzioni abusivamente realizzate. Anche una motivazione scarna e sintetica, laddove siano rilevati gli estremi dell’apprezzamento negativo, è da ritenersi sufficiente. Il parere della commissione edilizia integrata, infatti, si ritiene sufficientemente motivato dall’indicazione delle ragioni assunte a fondamento della valutazione di compatibilità dell’intervento edilizio con le esigenze di tutela paesistica poste a base del relativo vincolo.
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