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24.02.2017 - lavoro

INPS – CONGUAGLIO 2016 – CIRCOLARE N.237/2016

Si informa che l’Inps con circolare n. 237 del 30 dicembre 2016, disponibile oltre che sul sito dell’Istituto anche su quello del Collegio in calce alla presente, ha riepilogato le operazioni di conguaglio che, al termine dell’anno solare, possono rendersi necessarie per i datori di lavoro, al fine della quantificazione dell’imponibile contributivo, della puntuale applicazione delle aliquote correlate all’imponibile stesso e della corretta imputazione, all’anno di competenza, degli elementi variabili della retribuzione imponibile per i quali gli adempimenti contributivi vengono assolti con la successiva denuncia del mese di gennaio 2017.
In via preliminare, la circolare in parola sottolinea che i datori di lavoro possono effettuare le operazioni di conguaglio, oltre che con la denuncia di competenza del mese di “dicembre 2016” (scaduta lo scorso 16 gennaio 2017), anche con quella di competenza del mese di “gennaio 2017” (scadenza 16 febbraio 2017), attenendosi alle modalità indicate nella medesima circolare.
Considerato, tuttavia, che, con effetto dall’anno 2007, le operazioni di conguaglio riguardano anche le quote di TFR conferite al Fondo di Tesoreria e le misure compensative, l’Istituto fa presente che le stesse possono essere eseguite anche con la denuncia di competenza del mese di “febbraio 2017” (scadenza 16 marzo 2017), senza aggravio di oneri accessori.
Resta fermo l’obbligo del versamento o del recupero dei contributi dovuti sulle componenti variabili della retribuzione nel mese di gennaio 2017.
Tutto ciò premesso, l’Inps ha fornito i chiarimenti per le fattispecie di seguito elencate.

Elementi variabili della retribuzione
l’Istituto ricorda che, come precisato nella circolare n. 117 del 7 dicembre 2005, tra le variabili retributive devono essere ricompresi anche i ratei di retribuzione del mese precedente (per effetto di assunzione intervenuta nel corso del mese) successivi all’elaborazione delle buste paga, ferma restando la collocazione temporale dei contributi nel mese in cui è intervenuta l’assunzione stessa.
L’Istituto rammenta altresì che, ai fini dell’imputazione nella posizione assicurativa e contributiva del lavoratore, gli elementi variabili della retribuzione in discorso si considerano secondo il principio della competenza (dicembre 2016), mentre, ai fini dell’assoggettamento al regime contributivo (aliquote, massimali, agevolazioni, ecc.), si considerano retribuzione del mese di gennaio 2017, salvo il caso di imponibile negativo, in relazione al quale la contribuzione non dovuta va recuperata nel suo effettivo ammontare.

Massimale annuo per la base contributiva e pensionabile
Per gli iscritti dopo il 31 dicembre 1995 a forme pensionistiche obbligatorie privi di anzianità contributiva, ovvero per coloro che optano per il calcolo della pensione con il sistema contributivo il massimale, pari per l’anno 2016 a € 100.324,00, trova applicazione per la sola aliquota di contribuzione ai fini pensionistici (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), ivi compresa l’aliquota aggiuntiva dell’1% di cui all’art. 3-ter della Legge 14 novembre 1992, n. 438.

Aliquota aggiuntiva dell’1%
L’aliquota aggiuntiva dell’1% a carico del lavoratore è applicabile sulla quota di retribuzione eccedente il limite della prima fascia di retribuzione pensionabile (art. 3-ter della L. n. 438/1992) che, per l’anno 2016, è risultato pari a euro 46.123,00 annui, corrispondenti a euro 3.844,00 mensili.

Monetizzazione delle ferie e imposizione contributiva
Al punto 5) della circolare in commento l’Istituto, nel fare rinvio alle istruzioni già fornite, da ultimo, con circolare n. 162 del 27 dicembre 2010 (Cfr. Not. n. 1/2011), ha ribadito che l’ipotesi di assoggettamento a contribuzione del compenso per ferie non godute, ancorché non corrisposto, rientra nelle fattispecie contemplate dalla Deliberazione del Consiglio di Amministrazione Inps n. 5/1993, i cui adempimenti contributivi possono essere assolti nel mese successivo a quello in cui maturano i compensi (messaggio Inps n. 101 del 13 giugno 2001).
Nell’ipotesi in cui le ferie vengano effettivamente godute in un periodo successivo a quello dell’assoggettamento contributivo, il contributo versato sulla parte di retribuzione corrispondente al “compenso ferie” non è più dovuto e deve essere recuperato a cura del datore di lavoro ed il relativo compenso deve essere portato in diminuzione dell’imponibile dell’anno (ovvero del mese, dal 1° gennaio 2005) al quale era stato imputato.

Fringe benefits
L’art. 51, comma 3, del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 (c.d. T.U.I.R.), nel testo modificato dall’art. 3 del D.Lgs. n. 314/1997, stabilisce che non concorre a formare il reddito di lavoro dipendente il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se, complessivamente, di importo non superiore, nel periodo di imposta, a euro 258,23 e che, se il valore in parola è superiore a questo limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.
Al riguardo, l’Inps fa presente che la Legge 28 dicembre 2015, n. 208, ha previsto che l’erogazione dei beni e servizi da parte dei datori di lavoro possa avvenire mediante documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale.
Qualora, in sede di conguaglio, il valore dei beni o dei servizi prestati risulti superiore all’anzidetto limite, l’azienda deve assoggettare a contribuzione il valore complessivo e non solo la quota eccedente.
Per la determinazione del limite suindicato si deve tener conto anche dei beni o servizi ceduti da eventuali precedenti datori di lavoro.
Ai soli fini previdenziali, nell’ipotesi di superamento del limite di € 258,23 il datore di lavoro che opera il conguaglio deve provvedere al versamento dei contributi soltanto sul valore dei fringe benefits da lui erogati (diversamente da quanto avviene ai fini fiscali, dove viene trattenuta anche l’IRPEF sul fringe benefit corrisposto dal precedente datore di lavoro).

Autovetture aziendali assegnate in uso promiscuo ai dipendenti
Ai fini della quantificazione forfettaria del benefit consistente nella concessione in uso promiscuo ai dipendenti delle autovetture aziendali, il citato art. 51 del D.P.R. n. 917/1986, al comma 4, lettera a), dispone che per tale calcolo si assume il 30% dell’importo corrispondente ad una percorrenza annua convenzionale di 15.000 chilometri (15.000 x 30% = 4.500 x valore km tariffe ACI = misura del Fringe benefit), rilevabile dalle apposite tabelle elaborate dall’Automobile Club d’Italia.

Prestiti ai dipendenti
l’Inps ricorda che, ai fini della determinazione in denaro del compenso in natura relativo ai prestiti erogati ai dipendenti, si deve assumere il 50% della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di riferimento vigente al termine di ciascun anno (attualmente pari allo 0,05%) e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi.

Conguagli per i versamenti di quote di TFR al Fondo di Tesoreria
L’Inps rammenta che il versamento delle quote di TFR dovute dalle aziende destinatarie delle disposizioni di cui ai commi 755 e seguenti, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296, deve essere effettuato mensilmente, salvo conguaglio a fine anno o alla cessazione del rapporto di lavoro.
Pertanto, in occasione delle operazioni di conguaglio, le aziende interessate devono provvedere alla sistemazione delle differenze, a debito o a credito, eventualmente determinatesi in relazione alle somme mensilmente versate al Fondo di Tesoreria ed alla regolarizzazione delle connesse misure compensative.
L’Istituto precisa inoltre che la quota di TFR che le aziende destinatarie delle disposizioni contenute nell’art. 1, commi 755 e seguenti, della Legge n. 296/2006, versano mensilmente al Fondo di Tesoreria, affluisce al netto dell’ammontare corrispondente all’importo del contributo di cui all’art. 3, ultimo comma, delle Legge 29 maggio 1982, n. 297 (0,50%), calcolato sull’imponibile previdenziale.
Di conseguenza, le aziende in argomento, che sono anche state ammesse alla fruizione dello sgravio contributivo sulle retribuzioni di secondo livello ai sensi della Legge 24 dicembre 2007, n. 247, e successive modifiche ed integrazioni, all’atto del recupero della percentuale di incentivo spettante (al massimo venticinque punti percentuali), ricomprendono anche il citato contributo aggiuntivo IVS dello 0,50%.
Detto contributo, una volta restituito ai datori di lavoro, riassume la sua natura originaria di TFR e, quindi, concorre ad implementare la quota che le aziende sono tenute a versare al Fondo di Tesoreria.
Alla stessa conclusione deve pervenirsi qualora la regolamentazione di agevolazioni contributive, aventi effetto sul contributo di cui alla Legge n. 297/1982, determini, in capo alle aziende, la necessità di effettuare conguagli riferiti a periodi pregressi.
E’ il caso, ad esempio, dei benefici contributivi spettanti, ai sensi dell’art. 4, commi 8-11, della Legge 28 giugno 2012, n. 92, per l’assunzione di lavoratori con almeno cinquant’anni di età, disoccupati da oltre dodici mesi, e di donne di qualunque età prive di impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovvero prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ed appartenenti a determinate aree (circolare Inps n. 111 del 24 luglio 2013 e messaggio n. 12212 del 29 luglio 2013)
L’Inps sottolinea inoltre che, con riferimento ai datori di lavoro rientranti nel campo di applicazione dell’art. 1, commi 755 e seguenti, della Legge n. 296/2006, le somme in questione vanno versate al Fondo di Tesoreria (utilizzando, in occasione delle operazioni di conguaglio dell’anno 2014, il già previsto codice “CF03”). A regime, in tutte le situazioni analoghe, le sistemazioni dovranno essere eseguite in occasione delle operazioni di conguaglio riferite all’anno interessato.
Per quanto concerne i lavoratori che hanno destinato (con opzione esplicita, ovvero tacitamente) il proprio TFR ad una forma pensionistica complementare, l’Istituto rimarca che le differenze di cui trattasi devono essere devolute al Fondo di destinazione.
Come chiarito nella circolare n. 70/2007 (cfr. Not. n. 4/2007), per le aziende che iniziano l’attività dopo il 31 dicembre 2006, gli obblighi nei riguardi del Fondo di Tesoreria scattano se, alla fine dell’anno solare (1° gennaio – 31 dicembre), la media dei dipendenti occupati raggiunge il limite dei cinquanta addetti.
In questo caso, le aziende sono tenute al versamento delle quote dovute anche per i mesi pregressi, a decorrere da quello di inizio della attività.
Le aziende interessate sono tenute ad effettuare il versamento di quanto dovuto in sede di conguaglio di fine anno, maggiorando l’importo da versare del tasso di rivalutazione, che, per l’anno 2014, è pari all’1,7953%, calcolato sino alla data di effettivo versamento.
Le aziende costituitesi durante l’anno 2016 che, al 31 dicembre di tale anno, hanno raggiunto il limite dei cinquanta addetti, devono inviare l’apposita dichiarazione entro il termine di trasmissione della denuncia Uniemens relativa al mese di “febbraio 2017” (31 marzo 2017).
Il TFR versato al Fondo di Tesoreria deve essere rivalutato, alla fine di ciascun anno, ovvero alla data di cessazione del rapporto di lavoro, e tale incremento, al netto dell’imposta sostitutiva, deve essere imputato alla posizione del singolo lavoratore.

Il costo della rivalutazione rimane a carico del predetto Fondo.
Sulle somme oggetto di rivalutazione deve essere versata all’Erario l’imposta sostitutiva fissata dall’art. 11, comma 3, del D.Lgs. 18 febbraio 2000, n. 47. In proposito, l’Inps rimarca che l’art. 1, co. 623, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190, ha rideterminato nella misura del 17% la predetta aliquota, con effetto dalle rivalutazioni decorrenti dal 1° gennaio 2016.
Entro il mese di “dicembre 2016”, salvo conguaglio da eseguirsi entro “febbraio 2017”, i datori di lavoro possono conguagliare l’importo dell’imposta versato con riferimento alla rivalutazione della quota di accantonamento maturato presso il Fondo di Tesoreria.
Per individuarne l’ammontare, i datori di lavoro possono calcolare una presunta rivalutazione delle quote di TFR trasferite al menzionato Fondo, avvalendosi dell’ultimo (o del penultimo) indice ISTAT.

Operazioni societarie
Nelle ipotesi di operazioni societarie comportanti il passaggio di lavoratori ai sensi dell’art. 2112 del Codice civile e nei casi di cessione del contratto di lavoro, le operazioni di conguaglio dei contributi previdenziali devono essere effettuate dal datore di lavoro subentrante, tenuto al rilascio della certificazione CUD, con riferimento alla retribuzione complessivamente percepita nell’anno, ivi inclusi le quote retributive da assoggettare allo sgravio sul secondo livello contrattuale, le erogazioni liberali ed i fringe benefits.

Contributo di solidarietà del 10% sui contributi e sulle somme accantonate a favore dei dipendenti per le finalità di previdenza complementare
Sulle contribuzioni o somme a carico del datore di lavoro, diverse da quella costituita dalla quota di accantonamento al TFR, destinate a realizzare le finalità di previdenza pensionistica complementare, è dovuto il contributo di solidarietà previsto, nella misura del 10%, dall’art. 9-bis del Decreto-Legge 29 marzo 1991, n. 103, convertito, con modificazioni, dalla Legge 1° giugno 1991, n. 166.
Nell’ipotesi in cui, sia in occasione delle operazioni di conguaglio che nel corso dell’anno, si rendesse necessario effettuare recuperi su detta contribuzione, i datori di lavoro possono utilizzare i codici indicati al punto 12) della circolare in esame.

Inps – Circolare n.237/2016

 


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