BASILEA 2 – ANALISI DELLE METODOLOGIE DI CALCOLO DEL RATING E DELLE STRATEGIE D’AZIENDA PER RISPONDERE ALLA NUOVA NORMATIVA
BASILEA 2 – ANALISI DELLE METODOLOGIE DI CALCOLO DEL RATING E DELLE STRATEGIE D’AZIENDA PER RISPONDERE ALLA NUOVA NORMATIVA BASILEA 2 – ANALISI DELLE METODOLOGIE DI CALCOLO DEL RATING E DELLE STRATEGIE D’AZIENDA PER RISPONDERE ALLA NUOVA NORMATIVA
Il nuovo accordo di Basilea o Basilea 2 è il complesso di norme adottato dal Comitato di Basilea nel giugno 2004 per rivedere la normativa dell’adeguatezza patrimoniale delle imprese bancarie e creditizie. L’obiettivo è quello di migliorare la regolamentazione di vigilanza bancaria.
La strada per conseguire questo fine passa attraverso l’adozione di metodologie oggettive di valutazione del credito, ovvero tramite il calcolo dei cosiddetti rating.
ANCE ha realizzato un’analisi al nuovo sistema di valutazione che si pubblica di seguito Lo studio è diviso in due parti: la prima prende in considerazione i diversi approcci al rating che le banche stanno sviluppando, mentre la seconda può essere considerata una guida operativa per le imprese di costruzioni per gestire al meglio i cambiamenti ed essere in linea con le nuove regole. Nell’appendice, infine, si analizzano i cambiamenti che verranno introdotti col nuovo accordo, confrontando le regole oggi in vigore con quelle che verranno introdotte dal 2007.
I contenuti del nuovo accordo
Con il nuovo accordo, si modificano i principi in base ai quali si misurano i rischi di credito delle banche: verranno, infatti, introdotte nuove regole per la definizione delle attività ponderate per rischio.
Restano invariate, invece, le regole che definiscono il patrimonio di vigilanza ed il coefficiente minimo dell’8%.
La principale differenza tra l’approccio attuale e quello nuovo che scaturirà dal varo del nuovo accordo si può così riassumere: con le regole attuali, ovvero con Basilea 1, la banca è tenuta a mantenere presso di sé un patrimonio e delle riserve pari ad almeno l’8% dei prestiti fatti ai clienti, con una distinzione molto approssimativa tra i diversi imprenditori (1).
Con le nuove regole, l’accantonamento patrimoniale richiesto sarà determinato, invece, in relazione all’esposizione della banca nei confronti di ogni singola impresa (2) e quindi verrà determinato caso per caso, in funzione del rating che il cliente avrà conseguito.
Il rating di controparte può essere definito come la sintesi delle analisi di bilancio e delle informazioni qualitative e comportamentali nonché del settore di appartenenza dell’azienda valutata.
Il calcolo del rating di controparte servirà per la determinazione della ponderazione ai fini del patrimonio di vigilanza.
Due saranno i metodi che le banche potranno adottare per il calcolo del rischio di credito:
– Il metodo standard ovvero dei rating esterni
– Il metodo dei rating interni (base ed avanzato)
Il metodo standard
In questo caso, il rating viene espresso da agenzie esterne, quali Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch, specializzate nella valutazione del merito creditizio della clientela affidata. Le banche, poi, sulla base di queste valutazioni esterne, attribuiranno diverse ponderazioni a seconda della classe di rating assegnata al cliente.
Di seguito si riporta la griglia delle ponderazioni di rischio contenute nell’ultima versione dell’Accordo di Basilea 2.
Valutazione
Ponderazioni
da AAA a AA-
20%
da A+ a A-
50%
da BBB+ a BB-
100%
Sotto BB- e anomale
150%
Senza rating
100%
L’approccio standard si può considerare, quindi, come un affinamento del criterio oggi in vigore. La novità non sta nel numero delle categorie di controparti, che è rimasto lo stesso (Stati Membri dell’OCSE, istituti bancari, imprese non bancarie ed altre attività), ma nel fatto che all’interno di ogni categoria di controparte sarà possibile applicare più di un coefficiente di ponderazione che rispecchierà da vicino la rischiosità del soggetto.
Il metodo dei rating interni (IRB)
In questo caso, il rating è espresso in base a sistemi di valutazioni e di classificazione interni alla banca (IRB). Con questo approccio, le banche non avranno a disposizione una griglia di coefficienti di ponderazione rigida come nel caso precedente. Questo nuovo approccio determinerà l’ampliamento delle categorie di rischio considerate alle quali vincolare il patrimonio; saranno infatti gli istituti bancari stessi ad elaborare delle metodologie specifiche, le cosiddette funzioni di ponderazione, che avranno come variabili esplicative le seguenti componenti di rischio:
– la probabilità di insolvenza (Probability of default (PD)): ovvero la probabilità che alla scadenza il prestito non venga rimborsato; questo variabile è espressa dal rating (3) che la banca attribuisce al cliente;
– la perdita attesa (Loss Given Default (LGD)): rileva la parte dell’esposizione che andrà perduta nel caso si verificasse l’inadempienza da parte del debitore;
– l’esposizione in caso di insolvenza (Exposure at Default (EAD)): stima l’ammontare di linea creditizia accordata destinata ad essere utilizzata in caso di inadempienza;
– la durata effettiva (Maturity (M)): la scadenza residua al momento del default.
Ogni banca può scegliere tra due diversi approcci IRB:
– il primo metodo è quello base, in cui la banca stima internamente solo la PD, mentre gli altri tre parametri vengono forniti dall’Autorità di Vigilanza;
– l’altra via è quella del metodo avanzato, in cui la banca stima tutte e quattro le variabili internamente, rispettando le direttive impartite dall’Autorità di Vigilanza.
Note
(1) In Basilea 1 vi sono solo tre grandi classi di prenditori: governi e banche centrali che hanno un coefficiente di ponderazione dello 0%, le banche che hanno il 20%, i mutui ipotecari per l’acquisto di immobili per uso residenziale del 50% e tutte le altre voci dell’attivo, e quindi anche i prestiti alle imprese, che hanno una ponderazione del 100%.
(2) A questo riguardo, è utile ricordare che nell’approccio basato sui rating interni (IRB) le banche, per tener conto della diversa rischiosità esistente tra grandi e piccoli affidatari, potranno diversificare il proprio portafoglio. In questo modo, la clientela potrà essere suddivisa in due categorie principali:
– il portafoglio corporate, a sua volta suddiviso in large corporate (composto dalle imprese aventi un fatturato maggiore di 50 milioni di euro) e PMI (imprese con un fatturato compreso tra i 5 ed i 50 milioni di euro ed una esposizione verso il gruppo bancario maggiore di 1 milione di euro);
– il portafoglio small business, compreso nel portafoglio retail, composto da tutte quelle imprese con un fatturato minore di 5 milioni di euro ed un’esposizione verso la banca minore di 1 milione di euro.
(3) Per la definizione del rating da assegnare alle imprese, verranno prese in considerazione numerose informazioni di tipo quali-quantitativo del potenziale cliente, come la sua struttura patrimoniale, la capacità finanziaria e la relativa struttura, la qualità dei ricavi, la capacità del management, il posizionamento nel settore merceologico di appartenenza, la qualità e la tempestività delle informazioni fornite e più precisamente:
Analisi finanziaria (rating di bilancio)
Rappresenta la valutazione oggettiva della situazione economico finanziaria dell’azienda. Questa analisi viene compiuta con il calcolo dei classici indicatori di bilancio (rapporto mezzi propri ed indebitamento; gestione circolante e liquidità; redditività; cash flow; M.O.L.; ecc. ). Per compiere queste analisi, le banche utilizzeranno i bilanci riclassificati della Centrale dei Bilanci. Risulterà determinante la corretta rielaborazione delle varie poste al bilancio. E’ importante, a tal proposito, far presente le difficoltà che emergono nella rielaborazione di bilanci la cui nota integrativa non consente una precisa e ordinata classificazione dei valori. Per quanto concerne l’edilizia, il sistema bancario ha richiesto alla Centrale dei Bilanci di rivedere i criteri di rielaborazione per renderli più aderenti alle caratteristiche del settore. Prossimamente la Centrale dei Bilanci fornirà i nuovi elaborati.
Analisi qualitativa (questionario qualitativo)
Rappresenta la parte soggettiva della valutazione. In pratica è un questionario informativo sull’impresa, sull’assetto proprietario e sul gruppo di appartenenza, sulle caratteristiche del mercato, sulla posizione dell’impresa sul mercato, sui fattori critici di successo e di debolezza, sulle valutazioni del management, sui fattori e sui comportamenti a rischio, sugli aspetti finanziari e contabili. Questi elementi concorrono a rettificare la classe di rischio attribuita dall’analisi di bilancio.
Analisi settoriale
Rappresenta la parte soggettiva della valutazione. In pratica è un questionario informativo sull’impresa, sull’assetto proprietario e sul gruppo di appartenenza, sulle caratteristiche del mercato, sulla posizione dell’impresa sul mercato, sui fattori critici di successo e di debolezza, sulle valutazioni del management, sui fattori e sui comportamenti a rischio, sugli aspetti finanziari e contabili. Questi elementi concorrono a rettificare la classe di rischio attribuita dall’analisi di bilancio.
Analisi comportamentale (score andamentale)
È un’analisi che si basa esclusivamente su informazioni interne riguardanti il rapporto in essere tra la banca ed il cliente. Considera, tra l’altro, la movimentazione del conto corrente, gli sconfinamenti, gli utilizzi, la centrale dei rischi. L’analisi dell’andamento del rapporto può modificare la valutazione espressa dall’analisi di bilancio, qualitativa e comportamentale.
BASILEA 2 E LE IMPRESE
DI COSTRUZIONI
Come si è visto nel paragrafo precedente, le banche stanno compiendo le necessarie scelte per presentarsi alla scadenza del 2007 in linea con i requisiti di Basilea 2. Anche le imprese, dal canto loro, devono cominciare a compiere un percorso simile, altrimenti corrono il rischio di trovarsi spiazzate al momento dell’entrata in vigore dell’accordo. Si dovrà prestare particolare attenzione al flusso informativo verso l’esterno, in modo che il rating bancario rispecchi quanto più possibile l’effettiva rischiosità aziendale. Saranno inoltre necessarie delle verifiche per vedere se le procedure interne sono in linea con gli standard richiesti da Basilea 2. Queste verifiche saranno un passaggio molto delicato; per ottenere i risultati di maggior efficacia sarà necessario entrare nella filosofia di Basilea 2, nel modo in cui penseranno ed agiranno gli istituti di credito. Per fare questo, è consigliabile utilizzare lo stesso percorso del sistema bancario per la determinazione del rating.
Per quanto riguarda l’area finanziaria, per le imprese sarebbe consigliabile richiedere fin d’ora alle banche il rating assegnato. Alcuni istituti di credito, però, non sono ancora in grado di rilasciare questo tipo di informazione anche perché i criteri di valutazione non sono stati ancora completamente definiti e, ovviamente, certificati dall’Organo di Vigilanza. Una strada alternativa è quella di compiere una simulazione di rating, basata su di una attenta analisi di bilancio finalizzata ad individuare le criticità e programmare gli interventi per superarle.
Non esistono tabelle da seguire per le valutazioni degli indici di bilancio: ogni settore ed azienda ha le proprie caratteristiche; sicuramente è importante il raffronto con i dati medi espressi dalle aziende del settore. Per la corretta interpretazione e collocazione delle poste di bilancio in fase di ogni rielaborazione da parte delle banche, occorrerà corredare il bilancio di tutte le informazioni utili. Le imprese dovranno prestare grande cura, quindi, alla redazione della nota esplicativa che accompagna il bilancio, in modo da esplicitare i criteri e le scelte che si sono fatte.
Per la parte qualitativa del rating, sarebbe opportuno redigere un documento che riporti, sinteticamente, la storia dell’azienda, la qualità del management, l’organizzazione e i sistemi di pianificazione e controllo, il mercato di riferimento ed il posizionamento dell’impresa.
Queste informazioni costituiscono il fondamento dell’area qualitativa e contribuiscono a migliorare il rating globale. Si ritiene necessario aggiornare fin d’ora le informazioni qualitative fornite alle banche in quanto negli ultimi anni sono intervenuti profondi cambiamenti nel sistema creditizio. Per il futuro sarà comunque inevitabile stabilire modalità, periodicità e qualità delle informazioni da rilasciare al sistema bancario.
L’area comportamentale, ricoprendo grande importanza nel calcolo del rating, impone all’impresa la verifica dell’efficacia della struttura interna di Tesoreria. Ove possibile, sarebbero da definire i budget finanziari e definire le coperture. È indispensabile che la gestione avvenga correttamente, vale a dire con utilizzi delle facilitazioni creditizie nei limiti degli affidamenti concessi dal sistema e rispettando tassativamente le scadenze per il rimborso di finanziamenti a medio/lungo termine. In questo modo sia l’andamento del rapporto con le singole banche che le rilevazioni periodiche dell’Organo di Vigilanza possono essere utilizzate positivamente nella valutazione complessiva dell’azienda.
Infine, per quanto riguarda l’analisi settoriale, le informazioni richieste faranno riferimento sia all’andamento che alle percentuali di sofferenze espresse dal settore. Inoltre, sono raccolte anche le notizie economico/patrimoniali delle società che hanno, nel tempo, generato il default. Per il settore delle costruzioni, un aspetto che avrà un grande rilievo sarà la determinazione del rating nel caso in cui a chiedere il fido sia un’impresa facente parte di un gruppo. Spesso, infatti, si riscontra la presenza di strutture societarie che hanno come riferimento la società storica che a sua volta detiene partecipazioni in altre imprese nate con lo scopo di realizzare una sola iniziativa immobiliare (le cosiddette società di progetto).
Per facilitare l’istruttoria nel caso di gruppi societari, è importante che la banca entri in possesso di tutte le informazioni sulla struttura del gruppo. Tra queste, sicuramente quelle riferite all’andamento di tutte le iniziative in corso con indicazione dei finanziamenti accordati, dello stato dei lavori, dell’andamento delle vendite.
In molti casi, infatti, gli istituti di credito incontrano difficoltà a ricostruire l’origine di tutti i finanziamenti riportati dalle centrali rischi delle società del gruppo. Nel caso di più iniziative in corso, si rilevano indebitamenti cospicui non supportati da adeguate informazioni che rassicurino sui rischi in corso. Questo può influire negativamente sull’esito dell’istruttoria per l’impossibilità di definire il rischio complessivo di gruppo. Se è vero che Basilea 2 avrà una ricaduta sulle imprese è altrettanto certo che, dopo la prima fase di avvio del nuovo accordo, le aziende dovranno riconsiderare i rapporti bancari ed operare le opportune scelte mirate ad ottenere il maggior beneficio o il minor danno dal proprio merito creditizio, vale a dire il maggior credito alle migliori condizioni. Si potrebbe, quindi, ipotizzare uno scenario diverso da quello attuale, dove le banche entreranno in competizione tra loro ed il costo del danaro sarà correlato sia al mercato che alla qualità del cliente e, nel caso del settore costruzioni, alla bontà delle iniziative da realizzare.
PARTE PRIMA – GLI APPROCCI AL RATING SVILUPPATI DALLE BANCHE
Sul sistema delle costruzioni l’impatto del Nuovo Accordo di Basilea potrebbe essere positivo se le banche, nella definizione del calcolo del rating, non tenessero in considerazione le caratteristiche del settore.
Per evitare che le aziende edili possano essere oggetto di un criterio di valutazione generalizzato e quindi non disponibile a cogliere le peculiarità del settore, l’ANCE si è posta l’obiettivo di conoscere le metodologie adottate dalle banche per la determinazione dei rating alle imprese di costruzione.
Fino ad ora si è avviato il dialogo con una banca specializzata nel finanziamento di operazioni immobiliari e con tre istituti di credito attivi nel comparto dei finanziamenti al settore dell’edilizia.
Nel seguito, verranno illustrati i risultati, presentando i diversi approcci al rating di tipo avanzato (Advanced Approach), cominciando da quello sviluppato dalle banche di credito ordinario. In seguito, verrà illustrato l’approccio al rating di un istituto specializzato nel credito fondiario.
Le banche di credito ordinario
Il rating, o merito di credito, è un mix di valutazioni numeriche, comportamentali ed organizzative dell’azienda nel contesto di mercato in cui opera.
Le banche, nella definizione dei metodi di calcolo dei rating, stanno applicando le disposizioni impartite dal Comitato di Basilea. Oltre alla parte oggettiva della valutazione, che consiste nell’analisi di bilancio, gli istituti di credito sono al lavoro per la definizione della parte soggettiva, rappresentata dal questionario qualitativo, e delle restanti componenti; successivamente lo schema di rating verrà sottoposto all’Organo di Vigilanza per la certificazione.
Il sistema di valutazione delle banche ordinarie si basa sui seguenti indicatori:
– Analisi di bilancio, ovvero la valutazione oggettiva della situazione economico-finanziaria dell’azienda. I principali indicatori sotto esame sono rappresentati dalla solidità patrimoniale e dalla capacità di assicurare il regolare rimborso di interessi e rate di finanziamento. Verranno considerati il rapporto mezzi propri indebitamento; la gestione circolante e la liquidità; la redditività; il cash flow; il M.O.L.; ecc. Per l’effettuazione di queste analisi le banche utilizzeranno i bilanci riclassificati della Centrale dei Bilanci (Ce.Bi.). Risulterà determinante la corretta rielaborazione delle varie poste di bilancio. È importante, a tale proposito, far presente le difficoltà che emergono nella rielaborazione di bilanci la cui nota integrativa non consente una precisa e ordinata classificazione dei valori. Per quanto concerne l’edilizia, il sistema bancario ha richiesto alla Centrale dei Bilanci di rivedere i criteri di rielaborazione per renderli più aderenti alle caratteristiche del settore. Prossimamente la Ce.Bi. fornirà i nuovi elaborati.
– Questionario qualitativo, la parte soggettiva della valutazione. Gli argomenti presi in considerazione verteranno sull’assetto proprietario dell’azienda e sul gruppo di appartenenza; sul mercato di riferimento e sul posizionamento; sull’organizzazione produttiva finanziaria e amministrativa con i relativi controlli; sul management; ecc. Questi elementi concorrono a rettificare la classe di rischio attribuita dall’analisi di bilancio.
– Analisi settoriale, vale a dire l’insieme delle informazioni sul settore in possesso della banca o acquisito da istituti specializzati. Anche questa analisi può modificare la valutazione determinata dall’analisi di bilancio e dal questionario qualitativo.
– Analisi comportamentale, ovvero le informazioni interne sul rapporto tra la banca ed il cliente, ed esterne (Centrale dei Rischi). Considera, tra l’altro, la movimentazione di conto corrente; gli sconfinamenti; gli utilizzi; l’andamento complessivo della centrale rischi. L’analisi dell’andamento del rapporto, che alcune banche prevedono di effettuare con cadenza mensile, può modificare la valutazione espressa dall’analisi di bilancio, da quella qualitativa e da quella comportamentale.
In prima battuta, gli istituti di credito hanno sviluppato un modello generico di valutazione che, seppure di utilità per una buona percentuale di aziende, poco si presta a rappresentare compiutamente alcuni settori con caratteristiche particolari, come quello delle costruzioni.
In occasione dei diversi incontri ANCE ha evidenziato la necessità, per il settore edile, di procedere ad una diversa stesura del questionario qualitativo in modo da potervi ricomprendere tutte le informazioni utili per una corretta valutazione dell’azienda. Inoltre, è stato fatto presente che il rating deve necessariamente rilevare anche la qualità dell’operazione che si intende finanziare e le capacità dell’impresa di realizzare l’iniziativa.
È bene ricordare che, nel caso in cui vi fossero coobbligati, il rating assegnato sarà il migliore tra quelli riconosciuti al debitore principale.
Nel caso delle valutazioni dei gruppi societari, le banche valutano i rapporti giuridici ed economici tra la società richiedente il finanziamento e la holding o altre aziende del gruppo.
Per rapporti giuridici si intende la percentuale di partecipazione al capitale ed in particolare se la stessa è, direttamente o indirettamente, superiore al 51%; la coincidenza degli amministratori della società partecipante e partecipata, ecc.
Per rapporti economici si intende l’entità delle transazioni commerciali e finanziarie intergruppo; l’eventuale rilascio di garanzie da parte della holding.
Nel caso di rapporti molto stretti, ovvero quando la partecipata assume una notevole rilevanza all’interno del gruppo, il rating della società partecipata può essere sostituito con quello della holding, ovviamente se migliore.
È importante sottolineare che la gran parte delle aziende del settore edile solitamente operano con società veicolo per la realizzazione delle singole iniziative e sono di fatto organizzate come gruppo societario.
Per rendere l’esempio più aderente al comparto edile, è stato analizzata l’ipotesi di un gruppo societario. Ciò non toglie che la componente qualitativa incida anche sulla singola società.
In pratica nel caso allargato di gruppo societario con società veicolo, eventualità assai frequente, si definirebbe una struttura con almeno 3 aree:
– Area qualitativa Holding Società veicolo Dove confluirebbero l’analisi di bilancio ed il questionario qualitativo.
– Area rapporti giuridici-economici Comprensiva di tutti i rapporti tra Holding e società partecipata.
– Area valutazione operazione Dove confluirebbero tutti i dati qualitativi ed economici delle iniziative da finanziare.
Il tutto avverrebbe attraverso la trasformazione in questionario delle seguenti due schede:
Scheda società
1) Capitale sociale e ripartizione
2) Soci di riferimento
3) Gruppo societario
4) Organigramma e management. Anzianità (azienda gruppo esponenti) nel settore
5) Descrizione principali iniziative realizzate
6) Eventuali certificazioni di qualità e attestazioni di qualificazione all’esecuzione di lavori pubblici
7) Eventuale società di certificazione dei bilanci
8) Descrizione delle iniziative in corso (tipologia degli immobili ubicazione stato della costruzione piano finanziario istituto mutuante andamento delle vendite)
9) Portafoglio ordini o iniziative da avviare
10) Riepilogo rapporti bancari affidamenti/utilizzi ed eventuali garanzie ricevute o prestate a terzi
11) Eventuali altre notizie (zona d’azione operativa posizionamento competitivo altre)
Documenti allegati
– Bilancio Consolidato (se previsto)
– Bilancio ultimi due esercizi società del gruppo
– Eventuali note esplicative delle poste di bilancio
Domanda di finanziamento per iniziative residenziali e commerciali
Prevede le seguenti informazioni:
Relazione sull’iniziativa
Condizioni di mercato in genere.
– Studi sull’iniziativa da avviare ubicazione contesto PRG servizi.
– Tipologia degli immobili/Progettazione
– Stato permessi e concessioni
– Contratto di appalto (se presente) e principali caratteristiche.
– Dati della società incaricata di eseguire i lavori.
– Tempi di realizzazione delle opere
– Organizzazione di vendita degli immobili e relativi costi di commercializzazione.
– Informazioni sull’acquirente o locatario.
– Eventuale preliminare di vendita o di affitto.
Piano finanziario
Piano dei costi (aree progettazione costi di urbanizzazione costo di costruzione oneri finanziari e diversi).
Piano di copertura dei costi (mezzi propri finanziamento incasso da compromessi flussi provenienti da altre iniziative in corso ecc.)
Garanzie
Prezzo di vendita mq. prezzi di mercato
Finanziamento
Caratteristiche durata preammortamento.
Percentuale finanziamento su costo di costruzione
Impegno a produrre periodicamente:
una relazione sull’andamento della costruzione e delle vendite
l’elenco acquirenti per valutazione capacità di rimborso della quota di mutuo da accollare.
In allegato, deve essere prodotta tutta la documentazione tecnica e catastale, con l’obiettivo di:
– facilitare il lavoro di istruttoria ed i tempi di delibera
– determinare la quantità delle informazioni da fornire in rapporto all’entità del finanziamento richiesto.
Questo schema è in linea con quanto previsto dal nuovo accordo di Basilea per il settore delle costruzioni. Appare evidente che la quantità della documentazione e delle informazioni da fornire deve essere rapportata all’entità e all’importanza dell’iniziativa e del finanziamento.
È importante far presente che, in tutti i casi, le banche richiedono di poter valutare l’acquirente finale, accollatario del mutuo.
L’introduzione del nuovo accordo di Basilea modificherà anche la struttura organizzativa delle banche per quanto riguarda il settore fiduciario.
Un organo sarà incaricato esclusivamente di seguire le procedure di rating, modificandole all’occorrenza e sottoponendo le modifiche al vaglio dell’Organo di Vigilanza. Questo settore non avrà facoltà di deliberare i finanziamenti;
Altri organi centrali o periferici avranno facoltà deliberativa. Questi settori subiranno la valutazione espressa dal rating tuttavia con altre informazioni in loro possesso, ad esempio valore delle garanzie, prezzo da praticare, ecc., potranno superare le negatività espresse dal rating e procedere quindi alla delibera motivata dei finanziamenti richiesti.
Si è voluto fare questa precisazione, per evidenziare che il rating non è l’unico elemento per decidere la concessione dei finanziamenti. Per lo stesso motivo, però, la banca può esprimersi in modo negativo su richieste di prestiti a favore di aziende dotate di buon rating.
Le banche specializzate
Il rating sviluppato dalle banche specializzate rappresenta la sintesi di 3 tipi di valutazione che, con pesi diversi, concorrono a determinare il merito di credito delle aziende richiedenti il finanziamento.
Rating qualità cliente
Rating qualità immobile –> Rating Globale
Rating qualità operazione
A) Rating qualità cliente
Il rating sulla qualità del cliente si basa sull’analisi del bilancio della controparte e su di un’indagine qualitativa dell’azienda.
Analisi di bilancio: è sviluppata tramite il calcolo di determinati coefficienti quali: l’Equity Ratio (rapporto capitale proprio e totale attivo), Cash flow/Invested capital ratio (rapporto tra cassa prodotta e capitale investito), Return on invested capital (ROI).
L’indagine qualitativa dell’azienda è finalizzata a conoscere tutte le informazioni qualitative e quantitative legate all’attività dell’impresa oggetto di valutazione.
Nella tabella che segue sono stati sintetizzati i sei capisaldi su cui poggia questa analisi:
Situazione finanziaria
Valutazione dei suddetti indici di bilancio: Verrà giudicata: la scelta dei principi contabili; la trasparenza dei bilanci (qualità e quantità delle informazioni esposte nella nota integrativa al bilancio)
Settore industriale
Prospettive del settore e posizionamento dell’azienda: i dati saranno rilevati da fonti interne ed esterne alla banca
Società
Predisposizione di budget e relativo controllo di gestione ed organizzazione aziendale: qualità della gestione pianificazione e sistema di controllo sviluppo rispetto agli ultimi dati di bilancio e la verifica con situazioni periodiche intermedie.
Pianificazione e progetti
Progetti a medio termine – 3 o 5 anni (rispetto alle prospettive del settore industriale) qualità delle proiezioni finanziarie: si tende ad esaminare la dipendenza della società rispetto all’andamento dell’iniziativa, come nel caso di società veicolo. La presenza di piani finanziari nonché la qualità delle proiezioni finanziarie. In sintesi l’attendibilità della proposta finanziaria.
Rapporti con la clientela relazione tra cliente e banca
Analisi delle centrali rischi con verifica degli utilizzi nei limiti dell’accordato e del regolare rimborso dei finanziamenti a medio/lungo termine: verificare dell’andamento del rapporto e quindi il regolare utilizzo degli affidamenti concessi dalla banca e dal sistema bancario
Rating esterno
Analisi del rating espresso da agenzie specializzate ed autorizzate: verrà riconosciuto ai fini della valutazione complessiva. Tuttavia non viene espresso il peso nel contesto della valutazione del rating cliente
Altri elementi di valutazione sono:
– l’esperienza accumulata dall’impresa in progetti similari;
– la percentuale di progetti realizzati positivamente.
Il rating finale è costituito da tutti i rating dei soggetti coinvolti (richiedente il finanziamento, garanti, soci se soggetti pubblici – eventuali affittuari o acquirenti).
Per il garante la percentuale di ponderazione dipende dalla percentuale di finanziamento garantita.
Per l’eventuale affittuario la ponderazione dipende dalla durata certa del contratto di locazione rispetto alla durata del finanziamento e dalla copertura del canone sulla rata.
Si parte dal rating migliore e lo si considera per la sua percentuale, e così a scendere fino ad arrivare a 100.
Nel caso esaminato il garante ha un rating migliore dell’affittuario e quest’ultimo presenta un marito di credito più alto del richiedente il finanziamento; il garante, inoltre, copre il 50% del finanziamento mentre l’affittuario il 30%.
Rating finale cliente = Rating garante x 50% + Rating affittuario x 30% + Rating richiedente x 20%
Questa banca specializzata ritiene che la prima garanzia sia rappresentata dall’area che dovrebbe essere acquistata dal richiedente il finanziamento con mezzi propri. L’incidenza del suolo sarebbe pari al 20% o 30% dei costi dell’iniziativa e rappresenterebbe l’equity richiesto.
Per il richiedente il finanziamento si guarda il rapporto tra l’asset da finanziare ed il bilancio. Se il rapporto risulta maggiore dell’80% (come nel caso di società veicolo) non si considera il rating del richiedente perché di fatto coincide con il rating dell’immobile. In pratica il rating del cliente coincide con la qualità della realizzazione da finanziare.
B) Rating qualità immobile
Rileva alcuni aspetti della costruzione, quali:
1) Andamento del valore degli immobili; il prezzo di vendita; tempi di vendita e di locazione; numero delle transazioni concluse.
2) Fungibilità dell’immobile. Uso (residenziale commerciale terziario); Presenza di ipoteche, vincoli, servitù pubbliche e private, contenzioso, ecc.
3) Progetti di sviluppo dell’area (infrastrutture, investimenti privati) e analisi strumenti urbanistici. Competitività del territorio (capacità di attrarre investimenti).
4) Rendimento della locazione Rischio relativo all’utilizzatore dell’unità immobiliare, rischio relativo al contesto di localizzazione.
C) Ratng operazione
Caratteristiche del finanziamento: durata; garanzie; tasso ed eventuale copertura del rischio interessi; rapporto tra l’importo del finanziamento ed il valore commerciale/cauzionale; rapporto tra canoni netti e la rata di finanziamento; rapporto tra canoni netti e gli interessi.
La valutazione dei singoli criteri di rischio (Rischio cliente rischio immobile rischio operazione) è riassunto in un Rating globale.
Questa banca, al momento, non ha ancora completato i criteri per la determinazione del rating. Vale a dire che, definita l’impostazione, devono essere valutati i pesi da attribuire alle singole componenti della valutazione.
In occasione dell’incontro è stata presentata una proposta per la presentazione di domande di finanziamento e documentazione da allegare. Il tutto costituito da due schede la scheda società e la domanda di finanziamento per iniziative residenziali e commerciali in tutto uguali a quelle riportate in precedenza.
Come già detto, questa documentazione si pone l’obiettivo di:
– facilitare il lavoro di istruttoria ed i tempi di delibera;
– determinare la quantità delle informazioni da fornire in rapporto all’entità del finanziamento richiesto.
Gli interlocutori hanno condiviso la metodologia che consente di acquisire documenti contabili ed informazioni utili per la completa valutazione dell’azienda richiedente e dell’iniziativa al fine della concessione del finanziamento.
PARTE SECONDA –
LE IMPRESE DI COSTRUZIONI E
BASILEA 2 GUIDA OPERATIVA ALLA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO
Il nuovo accordo di Basilea è diretto al sistema bancario con la finalità di assicurare una corretta individuazione del rischio di credito e conseguentemente adeguare il patrimonio di vigilanza. Tuttavia appare evidente che gli effetti di Basilea 2 ricadranno sulle imprese.
Le aziende dovranno attrezzarsi fin da ora per non essere colte impreparate al momento dell’entrata in vigore del nuovo accordo.
È importante ricordare che:
– nello scorso mese di giugno 2004 il Comitato di Basilea ha varato il documento definitivo del nuovo accordo di Basilea;
– il 1° gennaio 2007 entreranno in vigore le nuove modalità operative delle banche in linea con Basilea 2;
– le banche che utilizzeranno il sistema dei rating interni dovranno, già dal 2004, presentare all’Organo di Vigilanza i processi che intendono adottare per ottenerne la certificazione.
Gli istituti di credito hanno di fatto operato le proprie scelte.
Le banche di minori dimensioni utilizzeranno, in partenza, il sistema Standard, ovvero dei rating esterni, per poi passare al modello dei rating interni (BASE).
Le banche di medie dimensioni si doteranno delle procedure previste per i rating interni (BASE).
I principali istituti di credito, operanti anche sui mercati internazionali, adotteranno il sistema dei rating avanzati che consente maggiori vantaggi dal punto di vista degli accantonamenti di patrimonio.
Dopo aver compiuto la scelta ottimale riguardante il metodo di calcolo del rating, le banche stanno compiendo i necessari test per verificare la bontà dei propri modelli. In pratica, in questo momento gli istituti di credito operano in parallelo, applicando gli abituali criteri selettivi per la concessione dei fidi affiancati dalle nuove procedure che entreranno in vigore dal gennaio 2007.
Le aziende, per non trovarsi spiazzate al momento dell’entrata in vigore di Basilea 2, devono attrezzarsi fin d’ora, effettuando le necessarie verifiche per vedere se le procedure interne alle imprese sono in linea con gli standard richiesti da Basilea 2.
Queste procedure di verifica saranno un passaggio molto delicato e per ottenere i risultati migliori sarà necessario entrare nella filosofia di Basilea 2, nel modo in cui penseranno ed agiranno gli istituti di credito. Per fare questo, è consigliabile utilizzare lo stesso percorso sviluppato dal sistema bancario per la determinazione del rating.
Area finanziaria Non esistono vere e proprie tabelle da seguire per le valutazioni degli indici di bilancio: ogni settore ed ogni azienda ha le proprie caratteristiche; sicuramente è importante il raffronto con i dati medi espressi dalle aziende del settore.
È bene tener presente che chi eroga finanziamenti o concede affidamenti valuta principalmente quegli indicatori aziendali che consentono di esprimere giudizi sulla solidità patrimoniale e la capacità di onorare gli impegni finanziari.
Banalmente si può definire come capacità dell’azienda di operare, sempre, in condizioni di equilibrio patrimoniale e monetario.
Da rilevare che le analisi di bilancio verranno effettuate sulla scorta della rielaborazioni effettuate dalla Centrale dei bilanci.
Per questo motivo occorre corredare il bilancio di tutte le informazioni utili per la corretta interpretazione e collocazione in fase di rielaborazione.
Per questa ragione, grande cura dovrà essere prestata alla nota esplicativa che accompagna il bilancio, in modo da esplicitare i criteri e le scelte che si sono fatte al momento della redazione del bilancio.
Area qualitativa Sarebbe opportuno redigere un documento che riporti, sinteticamente, la storia dell’azienda, la qualità del management, l’organizzazione e i sistemi di pianificazione e controllo, il mercato di riferimento ed il posizionamento dell’impresa, oltre a quanto ritenuto utile per una completa valutazione.
Queste informazioni costituiscono l’intelaiatura dell’area qualitativa e contribuiscono a migliorare il rating globale.
Si ritiene necessario aggiornare le informazioni qualitative in quanto negli ultimi anni sono intervenuti profondi cambiamenti nel sistema bancario che hanno limitato il flusso di notizie tra impresa e Istituti di Credito: le diverse operazioni di fusione ed il cambiamento dei modelli organizzativi e distributivi delle banche hanno comportato un inevitabile avvicendarsi dei gestori incaricati di seguire la relazione, con evidenti riflessi sul rapporto banca-impresa.
Per il futuro sarà comunque inevitabile stabilire modalità, periodicità e qualità delle informazioni da rilasciare al sistema bancario, in modo che il rating rispecchi quanto più possibile l’effettiva rischiosità aziendale.
Area comportamentale Impone da parte dell’impresa, la verifica dell’efficacia della struttura interna di Tesoreria.
Ove possibile sarebbero da definire i budget finanziari e definire le coperture. È indispensabile che la gestione avvenga correttamente, vale a dire con utilizzi delle facilitazioni creditizie nei limiti degli affidamenti concessi dal sistema e rispettando tassativamente le scadenze per il rimborso di finanziamenti a medio/lungo termine. In questo modo sia l’andamento del rapporto con le singole banche che le rilevazioni periodiche dell’Organo di Vigilanza possono essere utilizzate positivamente nella valutazione complessiva dell’azienda.
Area settoriale Le informazioni sul settore sono riferite sia all’andamento che alle percentuali di sofferenze espresse. Sono incamerate anche le notizie economico/patrimoniali delle società che hanno, nel tempo, generato il default.
Gruppi societari È uno degli aspetti che maggiormente interessa il settore delle costruzioni. Spesso, infatti, si riscontra la presenza di strutture societarie che hanno come riferimento la società storica che a sua volta detiene partecipazioni in altre imprese nate con lo scopo di realizzare una sola iniziativa immobiliare. Non sempre queste realtà sono dotate di adeguato apporto di capitale. Anzi, in alcuni casi, l’intervento del sistema bancario viene richiesto anche per l’acquisizione delle aree.
Questo non vuol dire che le società veicolo non avranno accesso al credito, come vedremo più avanti, ma sicuramente avranno maggiori difficoltà rispetto al passato.
In effetti se la richiesta di finanziamento sarà presentata dalla società veicolo si verificherà una perfetta coincidenza tra rating dell’operazione e rating della società. Vuol dire che l’istruttoria per la concessione del finanziamento sarà basata sulla qualità della realizzazione ed ovviamente sul rischio di realizzazione.
Naturalmente la valutazione modesta della qualità dell’intervento potrà essere superata solo con il rilascio di garanzie intergruppo. Saranno ovviamente trattati, già in sede di delibera del finanziamento, i tempi e le modalità di scarico delle fideiussioni. Solitamente all’atto del frazionamento e accollo dei mutui e previa verifica sulle capacità di rimborso dell’accollatario.
Nel caso di gruppi societari, è importante, per facilitare l’istruttoria, che la banca possegga tutte le informazioni sul gruppo. Tra queste, sicuramente quelle riferite all’andamento di tutte le iniziative in corso con indicazione:
– dei finanziamenti accordati,
– dello stato dei lavori,
– dell’andamento delle vendite.
In molti casi infatti gli istituti di credito incontrano difficoltà a ricostruire l’origine di tutti i finanziamenti riportati dalle centrali rischi delle società del gruppo. Nel caso di più iniziative in corso, si rilevano indebitamenti rilevanti non supportati da adeguate notizie che rassicurino sui rischi in corso. Questo può influire negativamente sull’esito dell’istruttoria per l’impossibilità di definire il rischio complessivo di gruppo.
Se è vero che Basilea 2 avrà una ricaduta sulle imprese è altrettanto certo che, dopo la fase di avvio del nuovo accordo, le aziende dovranno riconsiderare i rapporti bancari ed operare le opportune scelte mirate ad ottenere il maggior beneficio o il minor danno dal proprio merito creditizio. In pratica, il maggior credito alle migliori condizioni. Si potrebbe ipotizzare uno scenario diverso da quello attuale, dove le banche entreranno in competizione tra loro ed il costo del danaro sarà correlato sia al mercato che alla qualità del cliente e, nel caso del settore costruzioni, alla bontà delle iniziative da realizzare.
Ad un rating elevato corrisponderà un minor accantonamento di patrimonio di vigilanza e quindi, rispetto ad oggi, maggiore possibilità delle banche di espandere il credito.
Riportiamo di seguito un esempio semplice: un’impresa richiede ad una banca un finanziamento di euro 1.000.000.
L’accantonamento in base alle regole vigenti è pari all’8% e quindi a euro 80.000
Considerando solo lo spread annuo dell’1,50% la banca percepisce euro 15.000,00.
Lo stesso finanziamento erogato dalla banca in base alla normativa contenuta in Basilea 2 ad una impresa con le seguenti caratteristiche:
dotata di un rating BBB
una Probabilità di default dello 0,18
una ponderazione per rischio di 45
una perdita attesa di 75
comporterà i seguenti cambiamenti.
In questo caso lo stesso milione di Euro finanziato richiederebbe l’accantonamento del capitale di vigilanza di soli euro 54.000,00.
Rispetto ad oggi la banca avrà disponibile ancora euro 26.000,00 di patrimonio di vigilanza con i quali potrà finanziare una società avente le stesse caratteristiche per circa euro 480.000,00.
In questo caso ipotizzando uno spread minore, pari ad 1,20%, ma su un importo superiore di euro 1.480.000,00 la banca andrebbe a percepire euro 17.760,00.
A parità di capitale assorbito (euro 80.000), la banca, pur riducendo le condizioni praticate, otterrebbe un sicuro miglioramento della redditività a fronte di una buona qualità del credito.
Ovviamente può verificarsi anche la situazione inversa che le aziende devono evitare.
A questo punto è possibile distinguere due casi:
Se per dimensioni l’impresa rientrerà nel settore retail (4) non vi sarà una valutazione in base ai criteri presentati in precedenza; dovrà essere posta la massima attenzione all’area comportamentale in quanto la verifica dell’andamento del rapporto con il sistema bancario costituirà il principale elemento di controllo.
Altro fattore da tener presente è rappresentato dal limite di euro 1.000.000 di affidamenti/finanziamenti presso lo stesso Gruppo Bancario oltre il quale l’azienda sarà valutata con il metodo dei rating interni dalle banche che utilizzeranno questo sistema.
Stesso criterio sarà utilizzato se l’azienda fa parte di un gruppo che beneficia di affidamenti/finanziamenti per oltre euro 1.000.000 dalla stessa banca o Gruppo Bancario.
Considerando che nel settore costruzioni si può superare questo limite anche per finanziare iniziative di medie dimensioni è opportuno che l’azienda ponga la massima attenzione nella ripartizione di affidamenti e finanziamenti.
In particolare:
– evitare l’accentramento di operatività su banche appartenenti allo stesso gruppo;
– mantenere rapporti anche con Istituti di piccole dimensioni o comunque con quelli che adotteranno il sistema Standard.
È il caso di ricordare che le piccole aziende in caso di valutazione negativa si potrebbero vedere rifiutato il finanziamento o, nella migliore delle ipotesi, accolto ma con costi elevati.
In questo caso è preferibile ricorrere a banche che utilizzeranno il sistema Standard che prevede la possibilità di non valutare l’azienda praticando gli attuali principi per l’accantonamento del capitale di vigilanza. Sostanzialmente non si modificherebbe la situazione attuale, con il vantaggio però che il Nuovo Accordo di Basilea prevede per il settore retail una ponderazione del 75% del valore nominale delle facilitazioni ordinarie anziché del 100%. Per i mutui con garanzie costituite da residenziale o destinate a residenziale la ponderazione si riduce al 35% anziché al 50% attuale.
Rientrano nella categoria corporate (5) tutte le imprese con ricavi superiori ai 50 milioni di euro. Devono essere valutate con il metodo dei rating interni.
La Banca d’Italia impone l’adozione del metodo dei rating interni, ma con requisiti patrimoniali più favorevoli, per le imprese che denunciano ricavi tra i 5 milioni di euro ed i 50 milioni di euro.
Infine nella categoria corporate rientrano le imprese che (singolarmente o nell’insieme del gruppo di appartenenza) superano 1 milione di euro di esposizione.
Anche in questo caso bisognerà
evitare l’accentramento dell’operatività su banche appartenenti allo stesso gruppo e mantenere alcuni rapporti con Istituti che adotteranno il sistema Standard;
definire le banche di riferimento con preferenzialità verso quelle che presentano adeguate strutture operative nel comparto del credito fondiario. Per evidenti motivi prudenziali è altresì opportuno mantenere rapporti con banche di medio-piccole dimensioni.
Per le aziende del settore costruzioni è altrettanto importante la fase di presentazione dei finanziamenti. Come si è già detto, la tendenza sarà di racchiudere tutte le informazioni nelle due schede presentate in precedenza (scheda società e domanda di finanziamento per iniziative residenziali e commerciali).
Ovviamente si dovrà omettere la compilazione della scheda società se il finanziamento è richiesto ad una banca con la quale già si opera e che dovrebbe già essere in possesso della documentazione societaria.
È importante l’impegno a fornire informazioni periodiche sull’andamento dell’iniziativa in corso, prestando particolare attenzione all’andamento delle vendite e la preventiva valutazione degli acquirenti ai quali sarà trasferito il mutuo. In questo caso sarà possibile cominciare a richiedere che la delibera del finanziamento preveda, all’atto dell’accollo, la liberatoria da ogni responsabilità futura dell’azienda richiedente il mutuo.
Note
(4) Il portafoglio retail è composto da tutte quelle imprese con un fatturato minore di 5 milioni di euro ed un’esposizione verso la banca minore di 1 milione di euro.
(5) Il portafoglio corporate è suddiviso in large corporate (composto dalle imprese aventi un fatturato maggiore di 50 milioni di euro) e PMI (imprese con un fatturato compreso tra i 5 ed i 50 milioni di euro ed una esposizione verso il gruppo bancario maggiore di 1 milione di euro);
APPENDICE
Le novità introdotte da Basilea 2
Come già detto in precedenza la normativa in vigore è un insieme di regole che stabiliscono il patrimonio di vigilanza che ogni Banca deve detenere presso di sé per far fronte ai rischi che assume.
Per effetto della normativa di vigilanza ogni forma di impiego assorbe una quota di patrimonio pari all’8% del valore nominale dell’impiego ponderato in base al relativo rischio creditizio (coefficiente minimo di solvibilità). Il sistema di tutela del risparmio è stato basato sul principio che ogni banca è tenuta a mantenere presso di sé un patrimonio e delle riserve pari ad almeno l’8% dei prestiti fatti ai clienti. In pratica, il vincolo può essere espresso come:
patrimonio di vigilanza
—————————————– ≥ 8%
attività ponderate per il rischio
La normativa, sotto il profilo del rischio, considera tre fattori:
– la natura della controparte debitrice
– il rischio Paese
– le garanzie ricevute
L’intero universo dei prenditori di fondi è stato suddiviso in quattro classi, a cui sono stati applicati i seguenti coefficienti di ponderazione
0% verso Governi e Banche Centrali, U.E.
20% verso Banche ed Enti Pubblici
100% verso settore privato non pubblico
200% per partecipazioni in imprese non finanziarie con risultati di bilancio negativi negli ultimi due anni
La ponderazione si riduce al 50% nei confronti del settore privato per finanziamenti destinati all’acquisto di immobili di tipo residenziale o non residenziale ad uso commerciale.
Come si è detto, tutti i prestiti erogati al settore privato sono pesati allo stesso modo con un coefficiente di ponderazione del 100%, quale che sia la rischiosità della controparte. Oggi una banca, a fronte di un prestito di 1.000 euro erogato ad un’impresa dovrà accantonare a riserva 80 euro. Per le imprese di costruzioni impegnate nella costruzione di immobili di tipo residenziale questo accantonamento si riduce a 40 euro, in considerazione del coefficiente di ponderazione del 50%.
Il metodo standard
L’utilizzo di questo metodo prevede l’assegnazione di un merito di credito rilasciato da agenzie specializzate ed autorizzate (Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch).
Le banche, poi, sulla base di queste valutazioni esterne, attribuiranno diverse ponderazioni a seconda della classe di rating assegnata al cliente. Di seguito si riporta la griglia delle ponderazioni di rischio contenute nell’ultima versione dell’accordo di Basilea 2.
Valutazione
Ponderaz.
Segmento retail e small business
da AAA a AA-
20%
75%
da A+ a A-
50%
75%
da BBB+ a BB-
100%
75%
Sotto BB – e anomale
150%
75%
Senza rating
100%
75%
Da notare che il sistema prevede una ponderazione del 100% per tutte le imprese sprovviste di rating. Appare evidente che, in questo caso, non si modifica il criterio di ponderazione previsto dall’accordo vigente.
Per i crediti al dettaglio (retail), il metodo standard prevede un coefficiente di ponderazione unico del 75% a condizione che vengano rispettati alcuni criteri tra i quali segnaliamo l’esposizione massima aggregata nei confronti di una singola controparte non superiore ad 1.000.000 di euro.
Ponderazioni previste fino al 150% per i prestiti in mora da oltre 90 giorni (180 per l’Italia per la durata di 5 anni dall’introduzione del nuovo accordo).
Importante evidenziare che per i crediti garantiti da ipoteche su immobili residenziali abitati o destinati ad essere abitati o dati in locazione, il coefficiente di ponderazione sarà pari al 35%.
Per i crediti garantiti da ipoteche su immobili non residenziali la ponderazione sarà del 100%.
Un oculato utilizzo delle garanzie potrà rivelarsi un efficace strumento per mitigare il rischio di credito e quindi ottenere pricing migliori. Questo sarà possibile perché per la parte garantita sarà riconosciuta la ponderazione del rischio del fornitore della prestazione.
Nell’accordo vengono riconosciuti due tipi di garanzie:
Garanzie reali costituite da depositi in contante o strumenti assimilabili emessi dalla banca creditrice; oro; Titoli di debito con rating almeno pari a BB- o BBB-; altri titoli quotati. Ipotecarie su immobili residenziali e commerciali.
Garanzie personali Il Comitato prevede che le garanzie personali dovranno essere con requisito di copertura esplicita; requisito operativo garanzia primaria; rating pari ad A- del garante.
Per le garanzie ipotecarie sono previste le seguenti ponderazioni:
PMI (fatturato fino a euro 50 mln.): 35% a fronte di ipoteca su immobile residenziale; 75% se l’ipoteca è accesa su un immobile residenziale
Imprese corporate (fatturato annuo consolidato superiore a euro 50 mln.): 100% se l’ipoteca insiste su un cespite ad uso commerciale;
50% se l’ipoteca insiste su immobili residenziali
Sul sistema standard sono possibili le seguenti considerazioni.
– Questo metodo può venire incontro al tessuto imprenditoriale italiano, soprattutto alle PMI, quasi completamente sprovvisto di rating.
– Assegnazione della ponderazione del 100% alle imprese prive di rating.
– Possibilità di ridurre in maniera sensibile le ponderazioni attraverso l’assunzione di garanzie reali e personali.
– Ove possibile la differenziazione del rischio tra le imprese e quindi del costo dei finanziamenti.
Vantaggi e svantaggi del metodo standard
Vantaggi
Il metodo standard è un sistema semplice che non modifica sostanzialmente l’attuale situazione. Potranno ricorrere alle banche che utilizzeranno questo metodo
– le aziende eccessivamente penalizzate, in termine di valutazione e quindi di costo dei finanziamenti, dalle istituzioni creditizie che adotteranno il metodo dei rating interni;
– le imprese con caratteristiche retail che beneficeranno di criteri di ponderazione agevolati. Tra queste le aziende del settore edile con necessità finanziarie complessive non eccedenti 1.000.000 di euro potendo ottenere, nel caso di piccoli interventi immobiliari, una ponderazione del 35%.
Svantaggi
Il metodo standard, però, non consente alle banche di cogliere appieno le opportunità di minor assorbimento di capitale concesso dall’utilizzo dei rating interni. E’ prevedibile che le Banche propenderanno, non appena possibile, per il sistema dei rating interni (BASE).
Il metodo dei rating interni (IRB)
Per le banche che adotteranno il metodo dei rating interni (IRB), il merito di credito sarà espresso in base a sistemi di valutazioni e di classificazione interni. Con l’approccio IRB, infatti, le banche non avranno a disposizione una griglia di coefficienti di ponderazione rigida come nel caso precedente. Saranno gli istituti bancari stessi ad elaborare delle metodologie specifiche , le cosiddette funzioni di ponderazione, che avranno come variabili esplicative le seguenti componenti di rischio:
– la probabilità di insolvenza (Probability of default (PD)): ovvero la probabilità che alla scadenza il prestito non venga rimborsato; questo variabile è espressa dal rating che la banca attribuisce al cliente;
– la perdita attesa (Loss Given Default (LGD)): rileva la parte dell’esposizione che andrà perduta nel caso si verificasse l’inadempienza da parte del debitore;
– l’esposizione in caso di insolvenza (Exposure at Default (EAD)): per gli impegni presi a prestito, stima l’ammontare di linea creditizia accordata destinata ad essere utilizzata in caso di inadempienza;
– la durata effettiva (Maturity (M)): la scadenza residua al momento del default.
Due sono gli approcci IRB possibili:
– Metodo di base (Foundation Approach)
– Metodo avanzato (Advanced Approach)
Nel metodo base le Banche dovranno stimare la PD, mentre la LGD, l’EAD e la MATURITY saranno riferiti a valori prudenziali fissati dal Comitato.
Nel sistema Avanzato, invece, tutte le variabili devono essere stimate dalle Banche.
Il calcolo del rating
Grado di merito del debitore si intende una valutazione del rischio di controparte effettuata in base ad un insieme ben definito di criteri, dai quali è derivata la stima della PD.
PROBABILITA’ DI DEFAULT
Analisi finanziaria
Rating di bilancio
Rating
interno complessivo
Score
andamentale
Analisi qualitativa
Rating qualitativo
Analisi settoriale
Rating settoriale
Rilevata la PD si ottiene:
Rating del debitore
Rating del debitore
PD
(probabilità d’insolvenza)
AAA
0,0008
AAA
0.0200
AAA
0.0600
BBB
0.1800
BBB
1.0600
BBB
5.2000
CCC
19.7900
La PD definisce la ponderazione come rilevabile dalla seguente tabella tratta dal documento illustrativo di Basilea 2.
Esempi
Impresa Richiesta = euro 1.000.000,00 LGD = 75
Valutazione AAA
Senza Rating
Valutazione CCC
Senza Rating
Basilea
euro 80.000,00
euro 80.000,00
Basilea 2 (Standard)
euro 16.000,00
euro 80.000,00
euro 120.000,00
euro
80.000,00
Basilea 2 (Base)
euro 16.800,00
euro 750.000,00
Impresa Richiesta = euro 1.000.000,00 LGD = 50
Valutazione AAA
Senza Rating
Valutazione CCC
Senza Rating
Basilea
euro
80.000,00
euro 80.000,00
Basilea 2 (Standard)
euro
16.000,00
euro 80.000,00
euro 120.000,00
euro
80.000,00
Basilea 2 (Base)
euro
11.200,00
euro 500.000,00
Osservazioni sul metodo dei rating interni
Il metodo dei Rating Interni, rispetto a quello Standard, è maggiormente premiante in termini di minor accantonamento di patrimonio di vigilanza in presenza di aziende accreditate di buon rating. E’ invece più penalizzante man mano che decresce la qualità della valutazione. Questo è ancor più vero in presenza di aziende prive di rating esterno.
Questa situazione dovrebbe portare le aziende con basso rating, e quindi penalizzate dal punto di vista dell’accesso al credito e del costo dei finanziamenti, ad operare una rivisitazione delle banche privilegiando l’operatività con quelle che adotteranno il metodo Standard.
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